Unicredit, l’a.d. Jean Pierre Mustier lascia. I sindacati chiedono al Cda di evitare fase di incertezza

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Le segreterie di coordinamento del gruppo Unicredit FABI-FIRST/CISL-FISAC/CGIL/UILCA-UNISIN sono intervenute con un comunicato sulle annunciate dimissioni del CEO di Unicredit Jean Pierre Mustier, che lascerà l’incarico  di A.D. alla scadenza del mandato aprile 2021.

La notizia del passo indietro dell’AD di Unicredit JP Mustier era da giorni nell’aria, il C.E.O. di Unicredit non ha mai mostrato reale attenzione al perimetro italiano del Gruppo. In questi anni a guida Mustier il Gruppo Unicredit, grazie allo straordinario impegno dei lavoratori, è riuscito ad affrontare una situazione di crisi molto complicata. La banca ha sì risolto il problema dei crediti deteriorati e raggiunto indici di solidità patrimoniale di valore, viceversa è innegabile il mancato raggiungimento degli obiettivi aziendali di sinergia ed efficienza previsti dal Piano.

Non convince il nuovo piano industriale T23 che prevede l’abbandono di molte zone del Paese con una significativa chiusura di sportelli, un progetto di crescita interna dell’azienda basato su una digitalizzazione esasperata e sempre più spesso farraginosa, ed una preoccupante e costante diminuzione dell’occupazione; Mustier ha attuato una fortissima politica di riduzione dei costi, ma con una strategia di fatto inesistente sui ricavi.

Inoltre il ventilato scorporo degli assett esteri con una sub-Holding quotata a Francoforte, rischia di depauperare la centralità di Unicredit come Gruppo Paneuropeo con solide basi in Italia.

È emersa pertanto una prospettiva assai carente nel medio e lungo periodo; reduci da una politica di disimpegno del Gruppo sul perimetro italiano, perseguita con la vendita dei “gioielli di “famiglia” e con una scelta di cessioni che il Sindacato ha sempre criticato con oggettive motivazioni.

La crescita degli utili quindi poggia ancora una volta sul taglio indiscriminato dei costi, soprattutto dei costi del personale e dell’occupazione e su una linea imprenditoriale che si è allontanata dal cuore italiano dell’Azienda.

Riteniamo sia necessario che il CDA di Unicredit indichi al più resto la strada da intraprendere per evitare che questa fase di incertezza abbia conseguenze finanziarie ed economiche sull’intero Gruppo, con particolare attenzione ai Lavoratori e Lavoratrici del perimetro italiano.

Unicredit ha affrontato la crisi pandemica con la forza di un solido gruppo; ora auspichiamo che si focalizzi sul proprio ruolo di Gruppo a trazione italiana in ambito europeo, consolidando l’azienda nel Paese e mantenendone l’unità complessiva, perseguendo certamente la  crescita dei ricavi e delle attività di business, coniugandole nel contempo con la tenuta occupazionale e il benessere lavorativo delle lavoratrici e dei lavoratori, nel rispetto del territorio, delle famiglie e delle imprese.