
Alessandro Manzoni, che aveva appreso dalla Gazzetta di Milano del 16 luglio 1821 della morte di Napoleone Bonaparte, nella sua ode “Il 5 maggio” scritta in soli tre giorni, nel ritmo incalzante nelle nove coppie di strofe di settenari, rende con grande forza evocativa la tumultuosa epopea napoleonica, mettendone in risalto le battaglie e le imprese, la fragilità umana e la misericordia di Dio.
Significativa la domanda “fu vera gloria?” che riporta le vicende e il giudizio sull’uomo, sul generale poi imperatore, ai posteri.
Considerato uno dei più grandi strateghi politici e militari della storia, Napoleone dalla natia Corsica raggiunse il fulgore massimo diventando imperatore dei Francesi con il nome di Napoleone I dal 2 dicembre 1804 al 14 aprile 1814 e di nuovo dal 20 marzo al 22 giugno 1815. Protagonista della prima fase della storia contemporanea europea, fu anche il riformatore del sistema giuridico francese (Code civil des français o Code Napoléon) che pose le basi per il moderno diritto civile. Il Code Fu emanato il 21 marzo 1804 e ancora oggi è ricordato per essere stato il primo codice civile moderno.
Napoleone morì in esilio a Sant’Elena il 5 maggio 1821.
Sono trascorsi 200 anni dalla sua scomparsa e la sua figura continua a far discutere dividendo l’opinione pubblica e gli storici.
Molte le celebrazioni e le iniziative per ricordarlo in Francia e in molti Paesi. Anche la Rai dedicherà uno spazio nei suoi palinsesti programmazione alla figura del condottiero francese. (b.d.)