I limiti del profitto

Funivia Stresa Mottarone
Cabina funivia (Lago Maggiore) in discesa dal monte Mottarone

La terribile disgrazia avvenuta, di recente,  sul monte Mottarone rivela, purtroppo ancora una volta, come nel nostro paese la sicurezza degli impianti, legata alla manutenzione delle strade, dei ponti, delle ferrovie, e della sicurezza sul lavoro, sia il più delle volte trascurata se non annullata, come pare sia  capitato sulla tratta della funivia Stresa Mottarone.

Perché tutto questo accade? Cosa spinge dei professionisti, dei tecnici, dei manager ultra pagati, dei padri di famiglia ad essere superficiali, negligenti, omissivi su interventi dai quali può dipendere la vita delle persone? Ormai appare quasi certo che la tragedia del ponte Morandi, che è costata la vita a 43 persone, si sarebbe potuta evitare se, come scrivono i periti “i controlli e le manutenzioni se fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilità avrebbero impedito il verificarsi dell’evento“.

Nel caso della funivia, invece, le indagini avviate dagli inquirenti hanno messo in evidenza una verità ancora più sconvolgente. Il freno di emergenza sembra che fosse stato bloccato, perché nei giorni precedenti si attivava da solo a seguito di una anomalia non identificata. Il buon senso, e quella responsabilità che una volta si diceva appartenesse al “buon padre di famiglia”, avrebbero voluto che l’attività della funivia fosse sospesa, e che venisse immediatamente avviata una revisione complessiva di tutti gli ingranaggi, dei cavi e degli strumenti di sicurezza. Così purtroppo non è stato. La soluzione adottata è stata quella di bloccare il freno.

Se non ci fossero state cinque famiglie distrutte e 14 morti, un bambino salvatosi per miracolo, e ora orfano della sua famiglia, verrebbero in mente i cartoni animati di “Willy il coyote” che, per catturare” Beep Beep”, il più delle volte adotta le misure più assurde, che lo fanno inevitabilmente precipitare nel baratro. Solo che in questo caso “Willy il coyote”, invece di essere lui a cadere nel burrone ha fatto precipitare degli innocenti.

Sospendere l’attività della funivia, per motivi tecnici, dopo l’interruzione forzosa della pandemia, dal punto di vista economico era certamente un problema importante, ma può l’interesse economico mettere a rischio la vita umana?

Ci sono limiti che dovrebbero essere invalicabili: l’interesse economico e il profitto, troppo spesso vengono anteposti ai valori della vita umana che sono rispetto, dignità, salute e tutela dell’incolumità fisica delle persone.

Dopo quanto avvenuto con il crollo del ponte Morandi ci saremmo aspettati un cambio di marcia nel rispetto delle norme in tutte le attività in cui è in gioco la sicurezza degli utenti e dei lavoratori. A quanto pare la legge del profitto prevale ancora e la tutela della salute, la salvaguardia della vita umana non valgono nulla di fronte all’avidità di qualcuno. L’auspicio è che, a fianco delle norme di tutela sulla sicurezza, che ci sono e sono anche rigide, vengano approvate anche sanzioni adeguate e severe per quanti le violano.

La civiltà di un popolo e di una nazione non si misura con gli indici di borsa, con lo spread attivo e con il pil in crescita, ma si misura anche con la capacità che ha lo Stato di far rispettare le sue leggi e di garantire in tutti i settori la sicurezza dei propri cittadini.

Enzo Parentela