BNL: CONTRO LE ESTERNALIZZAZIONI I SINDACATI PRONTI ALLA MOBILITAZIONE

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«Inaccettabile: se Bnl dovesse continuare a perseguire il suo intento di far uscire dal settore il 10% della forza lavoro, creando gravi situazioni di precarietà occupazionale, cercheremo di impedirlo con ogni mezzo di legge, di contratto e mobilitando i lavoratori continuando quello scontro che ormai dura da quattro mesi tra sindacati/lavoratori e azienda e che non si esaurirà certamente al termine della procedura di questo piano industriale». Lo dichiarano le segreterie nazionali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, in relazione alle paventate esternalizzazioni di circa 900 dipendenti annunciate dal gruppo Bnl Bnp Paribas.

Il rischio di una chiusura delle trattative con un nulla di fatto c’è tutto e le Segreterie Nazionali hanno dichiarato “la indisponibilità totale ad avallare, aldilà dei ben noti buoni propositi di cambiamento tecnologico/gestionali, di innovazione, illustrati in ogni bel progetto che si rispetti, un piano industriale incentrato solo su taglio dei costi, riduzione del personale, accorpamento (chiusura) di agenzie e vergognosamente neanche una nuova assunzione.

Intanto l’azienda è stata costretta a spostare la data dell’apertura della procedura dal 25 settembre al 5 ottobre in quanto i sindacati hanno giudicato, giustamente, nonostante gli sforzi dell’amministratrice delegata, del tutto insufficienti e prive di elementi fondamentali, le informazioni contenute sia nel primo incontro di presentazione che nella lettera di avvio di procedura. L’Azienda si è presa fino al 15 ottobre per dare delle risposte alle ferme rimostranze di tutti i sindacati.

Oggi, le segreterie nazionali hanno appreso che BNL ha messo in campo una capillare informativa verso i lavoratori interessati alle esternalizzazioni, dando notizie dettagliate sul loro prossimo destino, sulle aziende interessate, sulla durata dei contratti e sulle modalità di trasferimento. Questa improvvida iniziativa aziendale non è ammissibile durante lo svolgimento della procedura di confronto sindacale che è stata attivata anche su queste materie.

Secondo i sindacati questo è  ulteriore atto di arroganza che viola palesemente l’art.17 che in procedura vieta iniziative unilaterali, e per questo si vedono costretti a portare la trattativa sul piano giuridico ed alla verifica degli estremi per la violazione dell’art. 28 per attività antisindacale.

Probabilmente, concludono le segreterie nazionali,  “qualcuno non ha capito o fa finta di non capire che non è cambiata solo la musica ma anche l’orchestra. Dopo questa riunione, ci aspettavamo un’attenta e consapevole riflessione, nonché una rivisitazione di quanto è stato prospettato che tenesse in giusta considerazione la dignità, la professionalità e l’occupazione di chi in tantissimi anni ha dimostrato attaccamento e dedizione ed oggi merita rispetto, per una vita dedicata a questo istituto, invece dobbiamo registrare l’ennesimo atto di arroganza inconsulta che apre ulteriori scenari di scontri e non certo del dichiarato dialogo”.