Emilio Contrasto: salute e sicurezza sul lavoro in banca non sono derogabili

28 aprile, una data che porta con sé un’analisi dolorosa, quella sui dati delle vittime sui luoghi di lavoro che, purtroppo, continuano ad essere sempre troppe in un Paese che, nonostante la legislazione e la normativa esistenti, presenta numeri ancora altissimi e intollerabili. Il dato che emerge, quindi, è quello che siamo lontani dal raggiungere un’effettiva e reale tutela delle lavoratrici e dei lavoratori nella loro attività quotidiana e che tale divario non solo non sembra chiudersi ma, negli ultimi anni, presenta la gravissima tendenza ad ampliarsi.

Parlare di sicurezza sui luoghi di lavoro spesso richiama alla mente le immagini dei cantieri edili, dei raider, delle imprese dei vari comparti industriali e commerciali, dell’agricoltura e dei servizi, con pericoli e rischi che risultano più “facilmente” percepibili dall’opinione pubblica.

Esistono, però, attività che comportano rischi per la salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori che presentano soglie di percezione, da parte dell’opinione pubblica e degli altri lavoratori, differenti. Uno di questi è il lavoro nel settore bancario, assicurativo e della riscossione.

Ne parliamo con Emilio Contrasto, Segretario Generale UNISIN/CONFSAL.

Sicurezza sui luoghi di lavoro, un tema sempre caldo e complesso…

Un tema, direi, di cui, purtroppo ci troviamo in modo diffuso a parlare ogni qualvolta veniamo a conoscenza della perdita della vita di una lavoratrice o di un lavoratore mentre espleta la propria attività di lavoro. Una tragedia che si rinnova con le immancabili riflessioni sull’effettivo rispetto delle norme, sulla formazione erogata ai lavoratori, sui controlli sui dispositivi di sicurezza, sulle verifiche e le sanzioni, per non parlare del lavoro nero, per poi tornare nuovamente nell’oblio fino alla vittima successiva.

Nessuna regione del nostro Paese è indenne e i dati continuano ad essere da brivido, assistiamo di anno in anno ad una vera e propria strage sui luoghi di lavoro e questo, per un Paese “civile” come il nostro, appartenente all’esclusivo club del G20, non è tollerabile.

Cosa ritiene si debba fare per ridurre i fattori di rischio?

Bisogna rilevare, purtroppo, che ciò che viene fatto in tema di salute e sicurezza sul lavoro e di controlli e formazione risulta essere insufficiente e i dati così drammatici ne sono la triste prova.

Sono necessari investimenti importanti e ulteriori interventi specifici, e mi riferisco in particolar modo ad alcuni settori più esposti, per ridurre un così doloroso bollettino di guerra annuale.

È, poi, evidente che ogni attività lavorativa ha le sue criticità con una scala di rischi differente l’una dall’altra ma nessuna ne è esclusa. Occorre rinforzare i controlli da parte degli Organi di vigilanza, aumentare le pene previste nei casi di violazione delle norme, sensibilizzare maggiormente anche gli addetti con corsi di formazione in grado di renderli sempre più compartecipi del problema “sicurezza” e non vedere invece quei momenti formativi solo come un adempimento burocratico legato al rapporto di lavoro ma percepirli come reale ausilio per garantire la propria e l’altrui sicurezza.

Oggi è una data simbolo in cui si celebra la Giornata mondiale della sicurezza e della salute sul lavoro…

, nel 2003 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) volle fissare questa data, con cadenza annuale, con l’intento di promuovere la salvaguardia della sicurezza e della salute sul lavoro nel mondo. Da allora sicuramente qualcosa è stato fatto per migliorare le condizioni generali di salute e sicurezza sul lavoro, ma, come è evidente da quanto abbiamo detto prima, molto, moltissimo, deve essere ancora fatto e mi riferisco specificatamente al nostro Paese.

Parliamo ora dei Settori che vedono UNISIN/CONFSAL attiva come Organizzazione Sindacale: i comparti bancario, finanziario e della riscossione.

Questo tema, nei Settori in cui operiamo, è molto sentito e chiaramente ha caratteristiche distinte da quelle di altre realtà, ma non per questo presenta meno rischi. Forse sono meno palpabili, ma, sicuramente, molto più subdoli e tendono spesso a minare anche gravemente la salute dei dipendenti con ripercussioni evidenti anche in ambito familiare.

Sempre più spesso, e questo lo segnaliamo con forza ormai da anni unitamente alle altre sigle sindacali, le lavoratrici e i lavoratori sono soggetti nella loro operatività quotidiana a quelle che vengono definite come “pressioni commerciali”, azioni che generano un “clima” aziendale assolutamente non salubre sia nelle Filiali, in cui per le caratteristiche anche legate all’afflusso della clientela sono ancor più evidenti, sia nelle strutture centrali e di direzione.

Come Organizzazioni Sindacali siamo più volte intervenute con ABI e con le singole Aziende per segnalare comportamenti non corretti e/o non in linea con gli impegni sottoscritti e sensibilizzare alla necessità di una corretta organizzazione del lavoro; spesso il nostro intervento è stato richiesto anche per riportare gli “eccessi” ad una soglia di normalità operativa e relazionale, ma, nonostante gli specifici accordi, il Contratto Nazionale di Lavoro, gli accordi aziendali, purtroppo, riscontriamo – con grande disappunto – che continuamente ci vengono rappresentate dalle lavoratrici e dai lavoratori su tutto il territorio nazionale situazioni preoccupanti.

Ricordo solo l’importanza del fatto che, su questo delicato tema, esistono previsioni normative: nell’”Accordo nazionale su politiche commerciali e organizzazione del lavoro” dell’8 febbraio 2017, nei vari protocolli sottoscritti durante la pandemia per consentire la prosecuzione dell’attività, nel testo coordinato del CCNL 19 dicembre 2019, oggi – peraltro – in fase di rinnovo, negli accordi aziendali e di Gruppo.

Sappiamo che a breve partiranno le Assemblee per sottoporre alle lavoratrici e ai lavoratori il testo della piattaforma del rinnovo del CCNL del settore creditizio e finanziario per l’approvazione, qualche anticipazione…

La piattaforma completa è pubblicata sul nostro sito (n.d.r. www.unisin.it) e, come sempre, i temi legati alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro sono declinati con forza e attenzione. Da evidenziare che su questi vanno ad impattare, rispetto al passato, sempre di più i nuovi modelli di profitto, l’innovazione digitale e – conseguentemente – la continua evoluzione dei sistemi organizzativi che aggravano le ricadute sui dipendenti anche in tema di stress lavoro correlato i cui indicatori, quindi, vanno monitorati tempo per tempo per poter porre in campo sempre nuove e più stringenti iniziative correttive e migliorative da applicare poi nello specifico nelle aziende.

È stato chiesto anche un rafforzamento del presidio dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).

Rinvio alla lettura attenta della piattaforma per la declinazione dei vari temi essenziali per il rinnovo di uno strumento fondamentale per la nostra categoria quale il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

La valutazione dei rischi deve essere più inclusiva?

Certo, deve ricomprendere tutte le azioni e le modalità organizzative che possono impattare negativamente sulla vita professionale di ciascuno di noi, sia direttamente che indirettamente.

Un esempio nella vasta materia delle tutele…

A titolo esemplificativo, va senza dubbio ricompreso nella valutazione dei rischi anche il tema “molestie e violenza” (fisica e psicologica) che deve rientrare tra le materie oggetto di specifica valutazione, prevedendo anche obblighi di prevenzione e protezione da parte del datore di lavoro nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Come abbiamo potuto rilevare dalle sue parole siete sempre in “allerta”…

Sì, è il nostro compito. UNISIN/CONFSAL presidia quotidianamente il tema, anche sui luoghi di lavoro, con i suoi dirigenti sindacali e, aggiungo, anche grazie all’imponente lavoro che i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza svolgono incessantemente.

Nelle scorse settimane abbiamo discusso di uno dei temi connessi anche al tema salute e sicurezza sul lavoro con il mondo accademico e del giornalismo attraverso un partecipato convegno organizzato da UNISIN/CONFSAL dal titolo “Il futuro possibile – Lavoro, parità, innovazione, sostenibilità. Contro ogni violenza e discriminazione”.

In estrema sintesi quindi, il nostro Sindacato si attiva continuamente per introdurre tutto quanto necessario per garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e far rispettare le norme e gli accordi di settore esistenti.

Una domanda per concludere. La formazione in tema di salute e sicurezza, ha più volte evidenziato, è fondamentale…

Lo ribadisco e ritengo che anche su questo la piattaforma contrattuale vada incontro a questa sempre crescente esigenza. Sarà necessaria, tra le altre cose, la realizzazione di appositi moduli formativi obbligatori, da progettare congiuntamente Sindacato e Aziende nell’ambito delle Commissioni formazione aziendali, sulle corrette politiche gestionali e commerciali.

Bianca Desideri

Direttore Responsabile Professione Bancario