BNL: Sulle cessioni del Back Office Il Giudice accoglie un altro ricorso dei lavoratori

Sentenza Bnl
In tribunale lavoratori e Sindacato fanno cappotto su Bnl: 6-0!

Vigliotti: “Avevamo ragione e i giudici lo confermano

“Dopo la sentenza con la quale, a luglio, il giudice del lavoro ha accolto il ricorso dei lavoratori dell’IT di BNL ceduti a Capgemini, una nuova sentenza accoglie il primo dei numerosi ricorsi intentati da centinaia di colleghi contro la cessione di altri 7 presunti rami d’azienda, inerenti il back office e destinati ad AST, srl del Gruppo Accenture” spiega Tommaso Vigliotti, Segretario Nazionale di UNISIN e Segretario Responsabile per il Gruppo Bnl/BNPP Paribas.

Quelle cessioni sono illegittime, i presunti rami d’azienda non rispettano i requisiti fissati dalla normativa vigente: ne eravamo convinti quando abbiamo osteggiato in tutti i modi quelle operazioni, rinunciando a sottoscrivere accordi capestro e che sarebbero stati anche immorali, ne siamo oggi ancora più convinti e i giudici stanno confermando le nostre ragioni” continua Vigliotti. “Nei prossimi mesi ci saranno diverse altre sentenze e altri giudici si pronunceranno: siamo fiduciosi di poter accogliere nuovamente i nostri colleghi in BNL, a dispetto della volontà della banca e continueremo a batterci con convinzione e senza risparmiare energie per il rispetto dei diritti e della dignità di chi lavora” continua il Segretario Nazionale di UNISIN.
La BNL rispetti i lavoratori e le leggi, riconosca i propri errori e chiami a risponderne quei manager – che nel frattempo hanno preso altre strade – che si sono ostinati a proseguire su una strada che, come sindacato, abbiamo chiaramente denunciato sin dall’inizio come illegittima sul piano legale ed inaccettabile sul piano politico. L’amministratore delegato e l’azionista ascoltino chi, al tavolo delle trattative, ha sempre ricercato soluzioni condivise nell’interesse dell’azienda e dei lavoratori, e comprenda definitivamente che non saranno tollerati atteggiamenti arroganti e irrispettosi, né abusi di alcun genere” continua Vigliotti, che conclude ricordando che “come sindacato abbiamo dimostrato di avere gli strumenti e la determinazione per opporci, restando sempre al fianco dei lavoratori, e per far valere le nostre ragioni”.

Il giudice afferma che “nel caso di specie l’attività dei rami ceduti appare totalmente priva di autonomia funzionale, atteso che questi ultimi operano seguendo pedissequamente le linee guida organizzative determinate a livello centrale dalla banca cedente, impiegando i sistemi applicativi informatici concessi
in uso dalla stessa. Pertanto, per quanto emerso, risultano ceduti soltanto lavorazioni e reparti. Alla luce di quanto esposto – ritenuta superflua ogni considerazione sulle diverse istanze ed eccezioni delle parti, in applicazione del criterio della “ragione più liquida” – deve affermarsi che, nella fattispecie, non ricorre l’ipotesi di cessione di rami di azienda organicamente finalizzati all’esercizio dell’attività di impresa, con autonomia funzionale di beni e strutture già esistenti…”

Il primo dei giudici interpellati sulle cessioni del Back office, dunque, conferma le nostre opinioni di cui siamo sempre stati convinti. Aspettiamo con fiducia le ulteriori pronunce nei prossimi mesi.