La Delegazione Calabria dell’Associazione Nazionale “Donne del Vino” ha presentato a Cosenza, domenica 3 marzo presso la sede AIS, “Korale”.
Interessanti gli interventi degli ospiti moderati da Maria Teresa Santaguida, giornalista RAI e sommelier. Presenti all’iniziativa: Daniela Mastroberardino e Vincenza Alessio Librandi, rispettivamente presidente nazionale e delegata regionale della Calabria dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino; Daniela Lento, produttrice Cantine Lento – Lamezia Terme; Maria Rosaria Romano, sommelier e analista sensoriale; Chiara Gravina, vice presidente del Centro Contro la Violenza sulle Donne “Roberta Lanzino” che hanno dialogato con Maria Teresa Santaguida sul tema “Donne e vino in rete”.
Si è trattato di un’iniziativa di particolare interesse inserita nella “Giornata delle Donne del vino” che vede impegnate dall’1 al 10 marzo le imprenditrici e tutte coloro che operano nelle aziende a trazione femminile in Calabria e che ha inteso coniugare la volontà di promuovere un prodotto importante dell’economia del nostro Paese, quale il vino, con un tema di profonda importanza quale quello dell’impegno femminile e della violenza di genere.
La finalità di “Korale”, un vino in edizione limitata, infatti, è quella di sostenere il Centro Antiviolenza ‘Roberta Lanzino’ di Cosenza.
“Korale è un vino frutto della concretezza femminile, ma anche dello sguardo umano che le donne sanno portare nella società. Korale nasce dunque per contribuire alla lotta contro la violenza di genere e i femminicidi e dimostrare concretamente che l’unità e la solidarietà sono l’antidoto” hanno sottolineato le organizzatrici dell’iniziativa.
“Quando abbiamo deciso di unirci per progettare la nostra prima bottiglia era da poco stata uccisa barbaramente dal suo ex compagno Marisa Leo, associata delle Donne del Vino nella nostra regione sorella, la Sicilia. E allora abbiamo deciso di unire le forze e quello che di meglio sappiamo fare, il vino, per dire basta ad una strage quotidiana che è il frutto di una regressione della società”,
ha detto Vincenza Alessio Librandi, delegata regionale delle Donne del Vino in Calabria.
Perché il nome “Korale”? La scelta sta a evidenziare che “nasce dalla collaborazione delle associate e si ispira ai vitigni autoctoni e antichissimi della regione. Ognuna delle produttrici della delegazione ha messo a disposizione il suo rosso migliore, ed è così, che è nato un assemblaggio che racconta un incontro tra donne e una terra dove le aziende vitivinicole sono sempre più a trazione femminile. Un vino che diventa “Kora-le” perché vuole ricordare l’importanza del femmineo, dell’agricoltura e del vino nella Magna Graecia. In greco antico “kora” era infatti la donna, la fanciulla” hanno sottolineato le organizzatrici.
Un incontro e un impegno che mostrano la grande forza delle donne di fare rete.
(b.d.)