25 novembre: sensibilizzazione e azioni concrete contro la violenza contro le donne

International day for the elimination of violence against women

Come ogni anno, il 25 novembre siamo, purtroppo, costretti a tirare le somme del fenomeno della violenza contro le donne, ormai quasi rassegnati e senza speranze, vedendo che sostanzialmente poco cambia rispetto agli anni precedenti, pur tuttavia sempre più combattivi e vigili affinché il terribile fenomeno finalmente scompaia o si riduca sensibilmente.

Si tratta di una vera e propria tragedia non solo culturale ma soprattutto fisica: tante vite perse, tante donne abusate, tante donne picchiate, tante donne umiliate nell’ambito di relazioni che dovrebbero essere d’amore e che si trasformano invece in veri e propri drammi.

Non solo donne, però. La violenza di genere va analizzata nel suo complesso. Drammi che si acuiscono e generano altri drammi che non si fermano al solo atto materiale dell’eliminazione fisica della donna, ma che, quando ci sono figli e soprattutto se il femminicidio viene perpetrato davanti ai loro occhi, prosegue nella vita di questi ultimi. Figli che restano orfani di entrambi i genitori anche se hanno perso solo la madre. Orfani segnati per la vita.

Di violenza contro le donne e di genere e di azioni concrete parliamo con Emilio Contrasto, Segretario Generale UNISIN/CONFSAL.

Segretario Contrasto anche in questo 2025, peraltro non ancora concluso, dobbiamo registrare molti episodi di femminicidio…

Sì, purtroppo si tratta di un terribile fenomeno che non si arresta. A nulla sembra servire la produzione legislativa a livello europeo e nazionale che cerca continuamente di aggiornare le norme a tutela delle donne. Ultimo il Disegno di Legge 2528/2025 per l’“Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime” approvato dal Senato lo scorso 23 luglio e attualmente all’esame della Camera dei Deputati che prevede modifiche al codice penale con la punizione con la pena dell’ergastolo per “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di odio o di discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o possesso o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali”. Aspettiamo di leggere il testo definitivo, che sicuramente costituirà un ulteriore forte deterrente, almeno è quello che il legislatore e tutti noi speriamo.

Un altro importante tassello nella lotta alla violenza contro le donne è stato raggiunto proprio recentemente e precisamente il 19 novembre scorso con l’approvazione all’unanimità da parte della Camera della proposta di legge C. 1693-A, che modifica l’art. 609-bis del Codice penale introducendo in modo esplicito il consenso libero e attuale come elemento centrale per il reato di violenza sessuale.

Tutto ciò sarà sufficiente a contenere il fenomeno?

Sarà sicuramente utile, ma temo non riuscirà ad incidere in modo definitivo. Occorre, e lo ripetiamo continuamente, un cambio culturale in grado di modificare sin dalla primissima infanzia la dinamica socioculturale stereotipata sulla donna. Occorrono anche campagne di sensibilizzazione contro i preconcetti di genere che vanno da distorte rappresentazioni pubblicitarie, ai programmi televisivi, alle immagini, alle parole, a tutto ciò che ci circonda.

Dobbiamo essere consapevoli che i riflettori accesi solo nella giornata odierna non servono se non a focalizzare l’attenzione, un’attenzione che deve essere quotidiana come quotidiana deve essere l’azione che ciascuno di noi deve porre in atto per sensibilizzare, intervenire, evitare che atti di violenza anche solamente verbale possano accadere. È responsabilità di ciascuno di noi e non possiamo esimerci dal condannare quegli atti lesivi della dignità delle donne e di violenza di genere in qualsiasi situazione.

Come UNISIN/CONFSAL anche in questo 2025 avete deciso di dedicare un’iniziativa in occasione della Giornata Internazionale…

Sì, abbiamo pensato di portare avanti una campagna di sensibilizzazione su temi legati alla condizione femminile e alla violenza di genere dal titolo “I martedì della consapevolezza. Il futuro possibile. Contro ogni violenza e discriminazione” a cura del nostro Coordinamento Donne & Pari Opportunità. Un impegno che ci vede coinvolti ed attenti su vari temi legati al lavoro, alla conciliazione vita/lavoro e alla violenza di genere a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e in senso più generale delle persone.

Il Settore bancario è attento al tema della violenza e delle molestie nei luoghi di lavoro?

Sì, devo dire che è sempre stato attento e che grazie alla collaborazione tra Organizzazioni Sindacali, ABI (Associazione Bancaria Italiana) e Gruppi/Aziende il nostro Settore si è dotato ormai da molti anni di strumenti, norme e protocolli per combattere concretamente la violenza di genere e, più in generale, ogni forma di gender gap nei luoghi di lavoro.

Proprio ieri le cinque Organizzazioni Sindacali del Credito e l’Associazione Bancaria Italiana hanno rinnovato e ampliato sino al 2027 il protocollo d’intesa per sostenere finanziariamente e favorire il rimborso dei crediti da parte delle donne vittime delle violenze di genere, originariamente sottoscritto nel 2019 e scaduto in questi giorni.

Sono state infatti accolte le richieste di parte sindacale che prevedevano l’ampliamento del protocollo con l’introduzione di importanti miglioramenti normativi e operativi come l’obbligo di applicazione dell’accordo a tutte le Aziende che hanno conferito mandato di rappresentanza al Comitato Affari Sindacali di ABI, attivarsi presso le competenti istituzioni al fine di rendere possibile un ampliamento anche alla quota interessi della sospensione del pagamento delle rate di mutui ipotecari e dei finanziamenti di credito ai consumatori; promuovere interventi normativi che consentano alle donne vittime di violenza di accedere alla sospensione del pagamento delle rate di mutui ipotecari e dei finanziamenti di credito ai consumatori, indipendentemente dalla espressa volontà dei cointestatari, terzi garanti o terzi datori d’ipoteca, ove presenti; promuovere un intervento normativo che estenda alle donne vittime di violenza, inserite nei “percorsi di protezione” di cui all’art. 1 del Protocollo, la quota di riserva di cui all’art. 18, comma 2, della legge 12 marzo 1999, n. 68; promuovere, nell’ambito dei piani di ricambio generazionale, l’attivazione di iniziative occupazionali volte all’inserimento di donne vittime di violenza, inserite nei “percorsi di protezione” o di figlie/figli di vittime di femminicidio; valutare la definizione, anche indirettamente, di formule di microcredito a favore delle donne vittime di violenza o di figlie/figli di vittime di femminicidio; promuovere, a favore delle donne vittime di violenza, inserite nei “percorsi di protezione” l’adozione di politiche di lavoro agile finalizzate a favorire – per l’intera durata del percorso – la continuità del rapporto di lavoro e la permanenza all’interno dell’organizzazione. Tali misure andranno inoltre ad assicurare adeguati strumenti di tutela, nonché il mantenimento dell’autonomia e dell’indipendenza economica, garantendo condizioni di impiego eque e sostenibili, nel rispetto dei diritti individuali e collettivi.

In stretta collaborazione con le altre Sigle sindacali di Settore, nel corso del tempo, abbiamo, inoltre, sottoscritto le norme contenute nel Contratto Collettivo Nazionale del Settore Credito e vari accordi con ABI e direttamente con le varie Aziende del Settore.

Segretario, l’impegno di UNISIN, però, va oltre…

Siamo impegnati quotidianamente sia a livello aziendale che a livello nazionale a contrastare la violenza di genere nei luoghi di lavoro. Il nostro impegno, però, come dicevo prima, va oltre. Si tratta, infatti, di un lavoro continuo e fattivo di informazione, comunicazione, sorveglianza, supporto, concertazione, eccetera “presidiato” in ogni ambito del nostro fare sindacato dalle nostre e dai nostri Dirigenti Sindacali sui territori.

Ci auguriamo che il nostro impegno personale e sindacale possa contribuire ad un reale cambio culturale e che finalmente si possano vedere sensibilmente ridotti i numeri delle violenze e dei femminicidi.

Bianca Desideri

Direttore responsabile Professione Bancario