Oxfarm: la misera accoglienza dei ricchi del mondo

Il rapporto di Oxfam “La misera accoglienza dei ricchi del mondo”, recentemente pubblicato, evidenzia la contrapposizione tra l’impegno dei paesi ricchi (Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania, Francia e Regno Unito) e quello di contra di quelli poveri (Giordania, Turchia, Libano, Pakistan, Sudafrica e Territorio Palestinese Occupato) rispetto alla accoglienza dei rifugiati.
Dal documento emerge appunto che l’anno scorso le sei economie più grandi del pianeta hanno ospitato complessivamente 2,1 milioni di rifugiati e richiedenti asilo, ossia solo l’8,88% del totale. Un dato molto inferiore alla risposta degli altri sei che sebbene rappresentino meno del 2% dell’economia mondiale, ne hanno accolti oltre 11,9 milioni.
L’Italia, ottava economia del mondo, “pur impegnata in prima linea con 134.997 persone ospitate (pari allo 0,6% del totale) è ancora lontana dalle cifre raggiunte dalla Germania nell’ultimo anno, che in controtendenza ha infatti aperto i propri confini a 736.740 persone, aumentando il numero di rifugiati accolti”, almeno in base a quanto rappresentato dall’Oxfam.

“Questo flusso epocale di persone che fuggono da situazioni in cui non si può sopravvivere, a causa di guerre, carestie e povertà, deve trovare maggiore accoglienza da parte di tutti i paesi e sono le maggiori potenze economiche in primis, a dover moltiplicare il loro impegno”, ha affermato il Presidente di Oxfam Italia, Maurizia Iachino. “Sono uomini, donne, anziani e bambini, troppo spesso obbligati a rischiare la propria vita per raggiungere un luogo sicuro. I paesi più poveri stanno facendosi carico di garantire loro protezione e sicurezza, ma anche i paesi più ricchi devono fare di più. Siamo di fronte a una sfida complessa che richiede una risposta globale ben coordinata e responsabilità condivise”. Oggi più di 65 milioni di persone sono in fuga a causa di conflitti, persecuzioni e violenza: è il più alto numero mai registrato. Un terzo di queste persone sono rifugiati e richiedenti asilo al di fuori del loro paese. Un esodo causato soprattutto dalla guerra in Siria, ma anche da situazioni di instabilità che avvengono in altri paesi, come Sud Sudan, Burundi, Iraq e Yemen.
In vista dei due vertici dei prossimi 19 e 20 settembre a New York che hanno l’obiettivo di cercare soluzioni per far fronte alla crisi migratoria globale, l’Organizzazione ha lanciato la petizione Stand As One, insieme alle persone in fuga: un appello per chiedere ai leader mondiali di garantire sicurezza, protezione, dignità e futuro ai milioni di persone costrette a lasciarsi tutto alle spalle.
Maria Grazia Palmarini