L’Europa possibile di Enrico Letta

Sono varie le ipotesi circa le ragioni che hanno ispirato Enrico Letta alla pubblicazione del saggio edito da Il Mulino, uscito a ridosso del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma, considerati fra gli eventi  storici più significativi del processo d’integrazione europea.

“Idee sull’Europa e sull’Italia”, motiva la scelta di esprimersi sul dibattito aperto e risulta l’occhiello al titolo che rende al meglio l’idea contemporanea: “Contro venti e maree”.

Il robusto pamphlet  include i dialoghi sul futuro dell’Europa intercorsi  fra l’attuale Amministratore della Scuola Affari Internazionali dell’Università Sciences-Po di Parigi e presidente dell’istituto Jacques Delors con Sébastien Maillard, corrispondente del quotidiano cattolico francese La Croix.  Il volume nasce all’alba di due giorni che, con il Brexit e l’elezione di Trump, hanno influenzato la nostra storia recente il cui impatto sull’Italia e sull’Europa è riconducibile all’anno di svolta 1989.  Gli eventi ricordati nel libro formulano  nuovi scenari per l’Europa, aprendo nuove e inedite opportunità di sviluppo. La condizione primaria è affrancarsi dalle politiche elitarie e distanti dalle reali necessità dei Popoli del Vecchio Continente e dei nuovi immigrati che contribuiscono a popolarlo.  Su questo passaggio la definizione dei “populismi” assume un discrimine decisivo per Letta. È tempo che l’Europa diventi adulta e cambi strada rispetto a errori e omissioni di questi ultimi anni e che l’Italia sia in prima fila contro i nazionalismi di ritorno, protagonista nella costruzione di una nuova Unione, coerente ai bisogni dei cittadini desiderosi di reale integrazione e di futuro per il quale battersi. La prospettiva felice non può essere “questa” Europa. Per cambiarla ci vogliono passione e idee. I concetti chiave enunciati dall’ex premier, allevo di Beniamino Andreatta, nel solco politico tracciato da Romano Prodi, non possono prescindere da una visione unitaria della Unione Europea. La percezione contestata dalla maggioranza dei cittadini europei, accerchiati dalle incertezze economiche del post brexit britannico e dalla deriva nazionalista di troppi stati membri rispetto all’emergenza dei flussi migratori, pone in una rinnovata iniziativa politica collegiale, l’unica svolta sostenibile. Alla luce (davvero poca) del recente G7 di Taormina, il testo di Letta assume una bussola in una navigazione seriamente complicata.

Luigi Coppola