L’importanza di mantenere le radici nel territorio

La fusione per incorporazione di Banca CR Firenze e di Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia in Intesa San Paolo dovrebbe diventare operativa tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, anche se, di fatto, Banca Intesa San Paolo controlla già ora il 100% delle due banche. Questo evento non ci coglie certo di sorpresa, era un destino segnato fin dall’acquisizione “parziale” del 2007.

Come evidenziamo nel nostro comunicato, giova ad ogni buon conto ricordare che Banca CR Firenze (come anche CR Pistoia) non fu venduta perché era una banca dissestata, come oggi sta accadendo per altri Istituti di Credito. Al contrario rappresentava una delle banche più floride, redditizie e sane dell’intero panorama bancario, talché era appetita da più acquirenti. Non a caso Banca Intesa San Paolo fece un’offerta di acquisto nettamente superiore rispetto alla valutazione corrente.

Banca Intesa San Paolo porta a compimento il progetto che prevede la realizzazione di un’azienda unica, Intesa Sanpaolo appunto, con la relativa scomparsa di tutte le banche del Gruppo dotate di personalità giuridica autonoma, come Banca CR Firenze e Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia.

Quindi scompariranno gli attuali Consigli di Amministrazione e tutti i dipendenti del Gruppo saranno a tutti gli effetti dipendenti di Banca Intesa San Paolo, compresi quindi i dipendenti di Banca CR Firenze e di Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia.

Che si arrivasse alla scomparsa di queste due banche era inevitabile e noi lo abbiamo sempre denunciato con chiarezza, in perfetta controtendenza rispetto a certe “rassicuranti” dichiarazioni diffuse a suo tempo dai sostenitori della vendita.

Banca Intesa San Paolo, dal canto suo, avendo il totale controllo sulle proprietà, ha fatto bene ad arrivare alla realizzazione di un’unica Banca, ma ciò che a questo punto preoccupa è di capire se Firenze, Pistoia e la Toscana/Umbria più in generale, sia da un punto di vista lavorativo che della crescita economica del territorio, potranno ancora avere uno spazio, un ruolo, una interlocuzione nell’impero Banca Intesa San Paolo oppure no.

Molte le domande fra le quali: la Direzione Regionale rimarrà a Firenze? Certi uffici e certe lavorazioni, rimarranno ancora sui territori? Nella programmazione generale c’è futuro per Firenze, Pistoia e la Toscana/Umbria? I lavoratori e le loro professionalità saranno salvaguardate?  E l’intero complesso edilizio di Novoli, costato all’epoca una cifra multimilionaria, che destino avrà?

Forte quindi la preoccupazione.

Vogliamo rivolgere un appello affinché Firenze, Pistoia e più in generale la Toscana e l’Umbria possano continuare a rappresentare un punto di interesse importante e di investimento per Banca Intesa San Paolo, e questo sia per la professionalità dei dipendenti di cui il Gruppo dispone in Toscana, sia per la centralità, peculiarità e potenzialità del territorio.

Massimiliano Lanzini