Il primo libro di fantascienza della storia risale al II secolo d.C.

La Storia Vera, è il nome di uno scritto di satira del retore Luciano di Samosata, vissuto nel II secolo d.C., ma per molti si può considerare anche il primo racconto di fantascienza della storia.

Luciano nacque nel 125 d.C. circa a Samosata, città dell’allora Regno di Commagene, oggi Turchia e venne educato secondo le forti influenze culturali ellenistiche del suo tempo, cosa che ebbe ripercussioni su tutta la sua opera. Dapprima visse con uno zio, il quale gli insegnò inutilmente la nobile arte della scultura, ma scappò presto da quella vita per intraprendere la sua personale avventura verso l’Asia minore.

Da quel viaggio nacque La storia vera (in greco Alēthē diēgēmata), divisa in due parti, un libro primo e un libro secondo. L’opera diede a Luciano una certa notorietà, già in vita, e lo rese  un famoso retore itinerante. Quale protagonista indiscusso del suo narrato, è Luciano stesso a raccontare il viaggio per mare che, assieme a cinquanta compagni, lo avrebbe portato a superare le Colonne d’Ercole per incontrare i popoli al di là dell’Oceano; ma già all’inizio del primo libro Luciano di Samosata afferma che nulla di ciò che scriverà corrisponde al  vero, tant’è che nel prologo si legge: “Racconto tutti i tipi di menzogne in un modo plausibile e specioso, ma anche perché tutto nella mia storia è una parodia più o meno comica dell’uno o dell’altro dei poeti, storici e filosofi del passato, che hanno scritto molto che sa di miracoli e favole”.

E così si susseguono avventure vissute con gli abitanti del Sole e con il popolo della Luna, racconti di bambini nati dai polpacci degli uomini, o di una balena che inghiotte la nave sulla quale si trova perché desiderosa di allargare la popolazione all’interno del suo stomaco, già pieno di isolotti e tribù.

Il viaggio di Luciano si spinge fino alle Isole dei Beati, dove farà la conoscenza di Omero, Ulisse ed altri illustri Greci; ma, anche dopo aver raggiunto il regno ultraterreno, la sventura non lascerà la ciurma, costretta da una nuova tempesta ad un viaggio senza fine, fatto di pericoli ed incognite. È questo l’escamotage narrativo utilizzato dal protagonista per lasciare aperto il finale della sua opera, potenzialmente interminabile.

Con degli spunti del genere ed una trama costantemente espandibile, nonostante l’intento satirico chiarito dallo stesso autore, La storia vera si candida, senza dubbio, ad essere il primo scritto in prosa di natura fantastica; il primo esempio letterario di viaggio extraterrestre, pertanto, certamente la base di un genere letterario e cinematografico intramontabile.

Rossella Marchese