Decreto Dignità: critiche e proposte dalla Confsal

decreto Dignità la posizione della Confsal

Un atteggiamento critico e allo stesso tempo concretamente propositivo. E’ questa la posizione della Confsal, la confederazione sindacale autonoma alla quale aderisce Unisin, sul decreto Dignità espressa dal Segretario Generale, Angelo Raffaele Margiotta, nella memoria inviata alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. La Confsal esprime un giudizio articolato e suggerisce una serie di modifiche costruttive per tutelare concretamente i lavoratori, mettendo la persona al centro di ogni proposta di modifica del mercato del lavoro. La Confsal tiene a sottolineare che la stretta sui contratti a termine, attuata con la riduzione temporale della durata massima del contratto a tempo determinato da 36 a 24 mesi, il ripristino delle causali e l’incremento degli oneri connessi ai rinnovi dei contratti a tempo determinato, rischia di non avere gli effetti auspicati dal Governo. Per promuovere fattivamente l’occupazione e la stabilizzazione del lavoro la Confsal propone al Governo di puntare con decisione su incentivi strutturali, netti e tangibili per la stipula di contratti di lavoro a tempo indeterminato e su altre misure concrete di sostegno al sistema economico, tra cui la decontribuzione e il credito d’imposta. Per ottenere la crescita e lo sviluppo auspicati dal Governo Conte la strada maestra da seguire è quella della riduzione del cuneo fiscale che grava in modo abnorme sui contratti di lavoro.  Una riduzione che dovrà essere portata avanti già in sede di conversione in legge del decreto Dignità e, successivamente, con la prossima Legge di Bilancio. La Confsal ribadisce la necessità di riconoscere un ruolo attivo alla contrattazione collettiva, anche nella definizione delle causali che legittimano la stipula di contratti a tempo determinato. La Confsal ricorda, inoltre, che la crescita e lo sviluppo economico coinvolgono anche la Pubblica Amministrazione nella quale sussistono ampie sacche di precariato alle quali si potrebbe rispondere con misure adeguate, prima fra tutte lo sblocco del turn over. Sulla modifica della disciplina della somministrazione del lavoro, in caso di assunzione a tempo determinato, la Confsal esprime una posizione netta: un fermo no alla precarizzazione permanente dei lavoratori e un sì convinto alla riforma dei centri per l’impiego pubblici, quale fulcro per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, a cui raccordare altri soggetti di intermediazione. La Confsal conclude con la proposta di istituire una cabina di regia per il monitoraggio del decreto Dignità, con la ferma convinzione che gli effetti del provvedimento potranno valutarsi in maniera appropriata solamente analizzando gli andamenti complessivi del mercato del lavoro, le scelte che verranno compiute dalle imprese e le relative ricadute sulla occupazione. La Confsal auspica, infine, l’apertura di un tavolo di confronto costruttivo tra Governo e parti sociali per affrontare in maniera organica le sfide e i cambiamenti del mercato del lavoro.