Vertenza Bnl: Per i sindacati c’è il rischio di uno scontro senza precedenti

Vertenza Bnl
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Per i sindacati il quarto incontro sul piano industriale di BNL si è svolto in un clima di totale sordità da parte aziendale

“Complicato ed economicamente non conveniente” : con questa semplice e laconica dichiarazione la BNL scarta la proposta sindacale di individuare un percorso alternativo che mantenga i lavoratori all’interno del perimetro del gruppo. Per i sindacati il quarto incontro sul piano industriale di BNL si è svolto in un clima di totale sordità da parte aziendale.

In un loro documento le segreterie nazionali e di coordinamento  del gruppo Bnl Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin commentano come l’azienda, ancora una volta, non ha dato risposte concrete ad un problema che va ad impattare in maniera pesante sulla banca e sull’intero settore del credito, creando uno spezzatino indecifrabile e talmente fluido, dove nel tempo potrà essere inserita qualsiasi altro tipo di lavorazione per essere poi ceduta.

I sindacati restano fortemente delusi e contrariati dall’atteggiamento di totale chiusura a qualsiasi ragionevole soluzione, rispetto ad una iniziativa unilaterale che crea diffusa precarietà occupazionale e che investirebbe in modo grave ed irreversibile tutto il settore, con serie ripercussioni, conseguenze e reazioni, dal punto di vista giuridico, contrattuale, normativo, professionale, sociale oltre che umano. Per i sindacati in BNL il clima di relazioni industriali è cambiato; altro che la “concertazione” prospettata dall’AD alle Organizzazioni Sindacali e trasmessa ai lavoratori. Oggi questa parola resta senza alcun senso e suona tanto come una autentica provocazione. Le organizzazioni  sindacali avevano dato tanta importanza e speranza a questo incontro e invece si sono trovate di fronte una squadra che invece di giocare la partita, ha preferito ancora una volta buttare la palla in tribuna chiedendo al sindacato di trovare soluzioni che però siano compatibili con gli obiettivi economici, organizzativi, gestionali che l’azienda si è caparbiamente prefissata.

Il sindacato ha più volte cercato di spiegare con chiarezza e con ferma determinazione, l’impossibilità di seguire l’azienda sull’idea di espellere dal perimetro del gruppo il 10% della forza lavoro frazionato in 8 piccoli comparti tutti da verificare nella loro funzionalità e autonomia e di cui ancora ad oggi, è stata fornita solo una nebulosa informazione più che altro numerica e geografica.

Le Organizzazioni Sindacali, non condividendo minimamente l’iniziativa aziendale, avevano posto la condizione di proseguire il confronto individuando soluzioni alternative e condivise che mantenessero all’interno di BNL tutti i lavoratori interessati, facendo ricorso a tutti gli strumenti già esistenti nel settore. I sindacati hanno  invece dovuto registrare una chiara ed ennesima chiusura a qualsiasi ragionevole proposta. Ad oggi non si vedono altre alternative se non le capillari assemblee informative del personale di tutto il gruppo, rete compresa, la eventuale proclamazione dello stato di agitazione e, l’inevitabile ricorso ad un contenzioso giudiziario che vedrebbe coinvolti  lavoratori e sindacato oltre al rifiuto da parte del sindacato stesso di continuare ad avere rapporti e/o sottoscrivere accordi o piani industriali penalizzanti per i lavoratori con un gruppo che fa della negazione al dialogo l’unico strumento di finta negoziazione.