Violenza ostetrica e diritti fondamentali della Donna

Proseguendo l’impegno intrapreso in occasione della giornata internazionale contro la violenza la violenza sulle donne parliamo di violenza ostetrica; una realtà diffusa ma poco rappresentata.

L‘OMS li definisce Violenza Ostetrica i “trattamenti irrispettosi e abusanti durante il parto in strutture ospedaliere”.

Gli abusi che costituiscono la violenza ostetrica sono numerosi e presentano vari livelli di gravità, ma ciò che li rende attuabili e diffusi in tutto il mondo è la violazione dei diritti fondamentali della Donna, in particolare la libertà di decidere del proprio corpo e di come prendersene cura.

Alla base della violenza ostetrica c’è soprattutto la tendenza a negare alla puerpera l’informazione relativa alle pratiche a cui viene sottoposta; soprattutto non viene informata delle conseguenze che possono sopravvenire in un secondo momento.

Il parto negli ospedali pubblici, ma anche nelle cliniche private, spesso viene pilotato non tanto nell’interesse della madre o del nascituro ma nella prospettiva del contenimento dei tempi e dei costi.

La progressiva riduzione della spesa pubblica in materia di salute ha portato ad una forte diminuzione del personale per mancato turn over e ad una scadente qualità della formazione soprattutto dal punto di vista dell’ascolto: ne consegue che, per poter far fronte al numero delle richieste, si ricercano strategie per snellire i processi, argomento che accomuna tutti i settori de mondo del lavoro.

Il parto però non è un evento patologico, fatti salvi casi specifici. Il parto è un momento fisiologico della donna che ha i suoi tempi di sviluppo e di attesa, tempi che permettono al corpo di adattarsi e arrivare a dare alla luce il neonato senza che siano necessari particolari atti medici.

La violenza ostetrica è diffusa in tutto il mondo, alcuni paesi hanno legiferato in materia, in Italia fu presentata nel 2016 la proposta di legge “Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico”, ma tale normativa non è stata ancora esaminata.

Le donne che vogliono denunciare abusi durante il parto si trovano nella condizione di non avere previsioni normative, quindi, nel caso vogliano che il loro diritto sia riconosciuto, dovranno intraprendere percorsi lunghi e molto costosi; non ci stupisce quindi che la violenza ostetrica rimanga un fenomeno sommerso.

Simonica Mennitti

Coordinamento UNISIN Donne & Pari Opportunità

in collaborazione con Professione Bancario