Resistenza afghana

Vi sono donne dimenticate in Afghanistan. Vi sono donne che seppur dimenticate cercano ogni modo per restare a galla e non lasciarsi annientare dal nuovo, vecchio potere dell’Emirato Islamico. Ci sono volontari eroici, uomini e donne che mettono a repentaglio la loro vita da quando i talebani hanno ripreso il potere. E lo fanno ad esempio, continuando ad insegnare in maniera clandestina e in posti di fortuna alle ragazze afghane. Vogliamo ricordare che sono state ripristinate le leggi repressive degli anni novanta che, tra le altre cose, vietano alle ragazze di frequentare la scuola oltre il sesto grado e impongono alle donne di uscire soltanto accompagnate da un familiare maschio, meglio se protette dal burqa.

I talebani si nascondono intanto dietro una procrastinazione, dicono che stanno aspettando di creare posti adeguati per poter riportare le ragazze a scuola in tranquillità. Tutti sanno invece che sono fandonie, c’erano già aule separate, la verità è che stanno attuando una vera e propria segregazione di genere, vogliono annientare la donna nel modo peggiore, farla sparire dalla società.

Dicevamo, volontari eroici semplicemente perché sfidare in questo modo quel regime, vuol dire iniziare a soffrire di disturbi d’ansia, vivere nel terrore e far vivere la propria famiglia nello stesso incubo. D’altronde, la situazione non è delle migliori nemmeno se si decidesse di mollare tutto, perché è sul terrore che i militari hanno costruito il loro potere. Sono eroici perché non è semplice sovvertire un sistema totalitario, non è semplice convincere i genitori di quelle bambine a continuare a portarle in una scuola clandestina, perché mettendoci nei panni di quelle persone, la paura di venire scoperti e arrestati, non ci farebbe dormire la notte.

La conoscenza, è vero, è l’unica arma possibile per migliorarci, per elevarci e sperare che certi eventi non si ripetano, che certi regimi non abbiano la forza di riprendere il potere. La via più nobile è sempre l’istruzione, lo hanno capito bene coloro che non accettano la discriminazione sulle bambine e continuano a insegnare loro in maniera clandestina, consapevoli che sia un diritto consolidato di ogni individuo. Ecco perché questi sono inesistenti del nostro tempo, hanno deciso di non partire per mettersi al sicuro altrove, ma hanno deciso di rimanere per dare speranza ai loro figli, alla loro terra.

Milena Di Fina

Coordinamento UNISIN Donne & Pari Opportunità