“Lo sviluppo del Paese non può prescindere dal miglioramento reale e concreto delle condizioni economico-sociali di Lavoratori e Imprese. Occorre ridare valore al lavoro e alle Persone”.
Si è svolta oggi a Roma la tradizionale assemblea annuale dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana). Gli autorevoli interventi del Presidente di ABI Antonio Patuelli, del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, hanno evidenziato numerosi spunti di riflessione– alcuni dei quali da valutare attentamente –sulle attuali condizioni socio-economico-finanziarie del Paese che evidenziano quelle sfide a cui sono oggi chiamate Banche, Imprese, Amministrazioni, Istituzioni, Territori, Cittadini e Lavoratori.
Emilio Contrasto, Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL, sottolinea che “non si può prescindere dall’evidenziare con forza l’esigenza di un coinvolgimento continuo e fattivo di tutti gli stakeholder fondamentali per la crescita e lo sviluppo di un Paese complesso come l’Italia. Come ben sappiamo si tratta di un Paese, suo malgrado, a più velocità, anzi per qualche territorio a più lentezze, caratterizzato da un estremo divario tra Nord e Centro, Sud e Isole che parte da storici squilibri economici e sociali a cui vanno ad aggiungersi oggi anche quelli riguardanti le infrastrutture fisiche e digitali. Questo divario strutturale, in un mondo che è ormai quasi completamente governato dalla digitalizzazione, deve essere colmato per arginare il digital divide che rischia di diventare un vero e proprio problema per le Persone e le imprese di quei territori”.
L’inflazione, che da tempo attanaglia l’economia mondiale e di conseguenza la nostra, sta portando l’Unione Europea a continui e non sempre comprensibili interventi che, prosegue Contrasto, “con l’incremento dei tassi d’interesse sta creando una congiuntura particolarmente critica per l’Italia, rischiando di vanificare la ripresa economica post-pandemica. La politica monetaria messa in atto dalla BCE sta, purtroppo, mettendo in discussione la capacità reddituale delle famiglie italiane, già duramente messe alla prova nel corso di questi anni, e la tenuta del sistema delle imprese costretto a impegnare risorse aggiuntive per l’approvvigionamento finanziario per vecchi e nuovi finanziamenti presso le Banche”.
“La resilienza con cui il sistema bancario italiano ha affrontato le varie crisi – sottolinea ancora Contrasto – anche nelle fasi più complesse dei cicli economici che si sono susseguiti nel corso degli anni, in parte condizionati anche da eventi straordinari, conferma i positivi esiti dei numerosi stress test a cui sono state sottoposte nel corso degli anni e la capacità di innovazione e adeguamento che consentono loro di reggere il mercato spesso più efficacemente dei diretti competitors europei. Per non restare ai margini dell’economia risulta però ora fondamentale riuscire a imprimere un cambio di rotta, anche con una politica di adeguamento tassi passivi/attivi in grado di favorire un’economia capace di generare nuova e stabile ricchezza. È necessario, quindi, nella ripresa economica post pandemica – prosegue il Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL – prioritariamente tutelare occupazione e salari fondamentali per lo sviluppo del Paese, per il mantenimento dei consumi e per la crescita. A questi devono affiancarsi provvedimenti ugualmente rilevanti per la crescita quali: strutturale abbassamento del cuneo fiscale; salvaguardia delle imprese anche contenendo i costi dell’energia e dei prezzi delle materie prime; valorizzazione e sostegno dei territori con una particolare attenzione al tema della desertificazione bancaria; eliminazione dei gap ancora presenti tra donne e uomini in termini di ruoli e salari; eliminazione delle forti differenze ancora esistenti tra le normative degli Stati membri dell’Unione Europea che generano squilibri tra gli operatori dei diversi Paesi, favorendone o sfavorendone la competitività ”.
“L’intervento del Presidente di ABI, Patuelli, è stato come sempre lungimirante e di grande respiro. Con la consueta capacità ed equilibrio è riuscito a rappresentare al meglio tutto il mondo delle Banche, salvaguardando il Settore rispetto anche alle incongruenze e distonie europee. Come UNISIN/CONFSAL – evidenzia Contrasto – non ci stancheremo mai di ribadire che le Banche devono continuare ad operare per sostenere famiglie ed imprese, destinando il risparmio allo sviluppo economico dei territori in particolare di quelli in difficoltà, al fine di rendere possibile un effettivo sviluppo omogeneo del Paese. Questo deve essere uno dei compiti essenziali del sistema bancario italiano che, nel rispetto dei criteri di valutazione del rischio, non deve in alcun modo chiudersi a riccio per non innescare il pericolosissimo fenomeno del credit crunch. Non va dimenticato, inoltre, che risulta assolutamente necessario intervenire su quelle politiche commerciali improprie che, nel corso dei decenni, hanno creato danni reputazionali alle stesse Banche, riprendendo a presidiare con un’efficace presenza i territori al fine di ricostruire quel legame ‘antico’ che la banca aveva con la clientela e con il territorio. Legame che oggi risulta fortemente minato anche a causa dei vari scandali accaduti e del pericolosissimo fenomeno della desertificazione bancaria, che lascia scoperte intere aree del Paese, privandole anche di un presidio di legalità e favorendo la diffusione di pratiche pericolose ed illegali come l’usura, e contribuisce alla fuga delle giovani generazioni verso aree ‘economicamente più attrattive’”.
“La stagione di rinnovo contrattuale in corso per il Settore bancario – evidenzia ancora il Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL – rappresenta una vera e propria sfida per il futuro che deve essere in grado di ridare potere economico alle Lavoratrici ed ai Lavoratori, premiando il lavoro e le competenze dei bancari e compensando l’inflazione crescente così come richiesto in sede di piattaforma contrattuale, straordinariamente apprezzata dai Colleghi nella recente tornata assembleare. Dovremo, quindi, tutti impegnarci al massimo per un nuovo contratto che sia in grado di adeguare economicamente i salari della categoria e al tempo stesso di cogliere e valorizzare innovazione e digitalizzazione, coniugandole, fra gli altri diritti, con il rafforzamento dell’area contrattuale e con il rispetto delle professionalità delle Lavoratrici e dei Lavoratori per garantire il futuro e lo sviluppo di un Settore fondamentale per l’economia del Paese”.
“A proposito di salari – conclude Contrasto – ricordo che l’Italia, rifacendomi anche ad alcuni passati interventi del Governatore Visco che ha invocato una stretta sulle dinamiche salariali, è l’unico Paese in Europa ad aver registrato un tasso di incremento reale dei salari negativo nel corso del periodo 1990/2020 e che il divario tra i salari medi percepiti dalle aree professionali e dai quadri direttivi nel Settore del credito (ma anche in altri Comparti) rispetto ai compensi erogati al management presenta – con una stima media fortemente al ribasso – un rapporto 1 a 150, esclusi benefit e premi vari”.