I Venerdì della Consapevolezza: Si avvicina la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Contro ogni violenza e discriminazione, UNISIN con e al fianco delle donne.

Ci avviciniamo al 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne, quest’anno particolarmente vissuta considerata l’efferatezza di femminicidi sempre più frequenti. Solitamente in questa data vengono fuori parole amare, poiché ci si ritrova a fare i conti con le morti e con un cambiamento che non arriva. Quest’anno lo affrontiamo in maniera diversa, con rabbia. Tanta rabbia per tutto quello che non abbiamo fatto, per tutte le grida non ascoltate, le denunce ritirate e quelle archiviate, per i braccialetti elettronici attivatisi una volta che il carnefice aveva già raggiunto l’appartamento della moglie.

Quest’anno le morti ammazzate per mano degli ex, dei compagni o dei mariti non si contano più, ne abbiamo avute ogni giorno e non siamo stati in grado di fare altro se non arrabbiarci e indignarci, senza che questo possa significare nulla per la vittima di turno.

Ricordiamo come in più di un’occasione sia arrivata la notizia della “scomparsa” di una donna, e prima ancora di ricevere la notizia ufficiale, ognuna di noi, ognuno di noi, sapeva benissimo nel suo intimo che sarebbe stata un’altra vittima, un’altra da contare l’indomani nel novero delle morti ammazzate per mano di un uomo che non accetta di essere lasciato. Solitamente avviene questo. Non possiamo dire che sia la regola, ma nemmeno l’eccezione: la maggior parte dei femminicidi avviene per questa ragione: l’uomo non accetta di subire qualcosa, non tollera di non avere più la “proprietà” della “sua” donna, di essere lasciato dalla donna che “amava”.

Eccoci dunque al punto di partenza, il nodo cruciale su cui dobbiamo educare e modellare le generazioni future affinché non ripetano i nostri errori: non siamo proprietà di nessuno, l’uomo non deve essere educato a prevaricare, a sentirsi il più forte e il più bullo del gruppo, quello che tratta le donne come belle statuine da sfoggiare, quello che crede di dover comandare, quello che sa sempre tutto o per lo meno ne sa una più delle donne, quello che si sente legittimato a fischiare per strada o a fare commenti non richiesti sul corpo delle donne, quello che è abituato da secoli di patriarcato a essere il pater familias, quello che porta i soldi a casa e l’unico che lavora.

Il punto di partenza è dunque l’educazione dei nostri figli maschi: non dobbiamo fallire in questo, è compito nostro educare i nostri figli al rispetto e all’eguaglianza vera tra tutti, in questo caso ci riferiamo a quella uomo/donna. Non deve pensare di essere il più forte, l’unico ad avere i pantaloni e l’accesso al conto corrente, l’unico in grado di dettare leggi e di avere rispetto, infine quello che non può essere lasciato dalla propria compagna perché è proprietà sua.

Educhiamo i nostri figli alla gentilezza, al rispetto dell’altro come corpo altro rispetto al suo, libero di essere o fare quello che vuole. Educhiamo i nostri figli maschi perchégli adolescenti di oggi non sono ancora completamente scevri da ogni pregiudizio, forse a causa di quello che vivono o vedono intorno a loro. Ripartiamo allora dai piccoli, i bambini, da loro dobbiamo iniziare per crescere finalmente una generazione libera e dignitosa.

UNISIN/CONFSAL farà come sempre la sua parte con ogni mezzo necessario, partendo dalla sensibilizzazione che metteremo in atto ogni venerdì di questo mese di novembre: contro ogni violenza e discriminazione, UNISIN con e a fianco delle Donne.

Milena Di Fina

Coordinamento Nazionale UNISIN Donne & Pari Opportunità