Il mondo delle erbe: il Basilico

 Il basilico – Ocimum Basilicum L. – è una pianta erbacea annuale, con radice a fittone, alta fino a 50 cm, appartenente alla famiglia delle Laminaceae (Labiatae). ll fusto è di forma quadrangolare, ha una rigida consistenza ed è ramoso alla base. Le foglie sono opposte, ovate, lisce e di colore verde brillante.

Se strofinate emanano un odore gradevole e caratteristico. Possono essere lunghe da quattro a otto cm a seconda della varietà. I fiori sono piccoli, di colore bianco e rosati, raccolti in racemi spighiformi composti da grappoli di cinque fiori e due foglioline, lunghi dieci – quindici cm. I frutti sono formati da quattro acheni piccoli e lisci contenenti semibruni.

È conosciuto a livello locale con i nomi: baixericu (Liguria),basaco o basiri (Piemonte), bazaleco (Lombardia), ocimo (Toscana), bergamò (Lazio), vasileche (Abruzzo), vasilico (Calabria),basilico majuri (Sicilia),affabica (Sardegna).

Il basilico viene coltivato in tutti i paesi temperati per le foglie usate in cucina come aromatizzante. Date le sue contenute dimensioni ed il suo largo consumo, si può coltivare anche in vaso sui terrazzi. Predilige posizioni soleggiate. Il terreno deve essere sciolto, ben concimato ed irrigato frequentemente.

Le parti che si utilizzano sono le foglie e le sommità fiorite. Si raccoglie fresco e si utilizza nella stagione vegetativa asportando la quantità necessaria di foglie. Per migliorarne la vegetazione è bene spuntare le infiorescenze alla loro comparsa. Le foglie si possono conservare per l’inverno dopo averle essiccate all’ombra e poi riposte in barattoli di vetro.

Altrimenti, dopo averle ben pulite con uno straccio (asciugandole bene in quanto l’umidità può provocare muffe) si possono conservare in barattoli sotto olio, il sistema più pratico e veloce e la surgelazione.

Ha proprietà digestive, antispasmodiche, aromatiche ed antinfiammatorie. Principi attivi: olio essenziale. Questa pianta, cara alla cucina mediterranea ed in particolare a quella ligure, possiede, non solo gradevoli caratteristiche aromatiche, ma anche particolari virtù salutari. Già il suo impiego in cucina rappresenta il primo passo verso il completamento di una buona digestione.

L’uso del basilico è più diffuso di quanto si creda, soprattutto nelle conserve e nei liquori. Nella pratica erboristica il basilico si impiega per stimolare i processi digestivi ed attenuare i crampi allo stomaco. Ha effetto stimolante e benefico sul sistema nervoso, circolatorio e muscolare ed è perciò di sollievo negli stati di agitazione e di insonnia. Valido espettorante, è di gran giovamento contro tosse con catarri e raffreddore. Infine, in relazione al suo contenuto in olio essenziale, si possono attribuire al basilico proprietà antisettiche.

L’origine del basilico è probabilmente da individuare in India, anche se già quattromila anni fa la sua coltivazione era diffusa in tutta l’Asia.

In Europa fu introdotto dai Romani, mentre in America fu conosciuto solo con l’arrivo dei coloni inglesi nel XVI secolo. La modesta pianta, assai nota in tutte le case per il profumo che conferisce alla cucina mediterranea, ha goduto in passato del più grande rispetto. Ciò è confermato anche dall’etimologia del suo nome, che deriva secondo alcuni da “basilicus”, un drago che uccideva con lo sguardo e, contro il quale, la pianta rappresentava un valido antidoto; secondo altri, dal greco “basilico”, che significa regale. Una pianta legata a tante leggende sacre e profane.

Anticamente i Greci pensavano che per un buon raccolto della pianta occorresse pronunciare una serie di imprecazioni nel momento in cui la si seminava. Nella tradizione cristiana invece la sacralità attribuita al basilico deriva da due leggende distinte ma tra loro attinenti.

La prima narra che il basilico nacque nel vaso in cui Salomé aveva sotterrato la testa di San Giovanni Battista; la seconda racconta che esso fu trovato dall’imperatrice Elena, madre dell’Imperatore romano Costantino, sul luogo della Crocifissione di Cristo, e da lei in seguito diffuso in tutto il mondo. Altre tradizioni popolari hanno associato al basilico l’idea dell’amore terreno.

Nel Trecento venne composta in Italia una canzone popolare ispirata alla storia di Isabella da Messina, che conservava la testa dell’amante, decapitato dai suoi fratelli, in un vaso di basilico poi trafugato dai fratelli stessi (episodio ripreso da Giovanni Boccaccio nel suo Decamerone).

ln secoli più recenti, la simbologia attribuita a questa pianta cambia ancora: un vaso di basilico sul balcone di una fanciulla sembra fosse interpretato come segnale della sua disponibilità a ricevere l’innamorato.

Il profumo che il basilico conferisce ai piatti è assolutamente inconfondibile. Spesso utilizzato crudo, soprattutto in insalate a base di pomodori, il basilico ha di norma la doppia funzione di insaporire e decorare. Esso fa anche da base ad appetitosi intingoli, cui si accompagnano piatti di carne e pesce.

Ciro Luciano

Confronti e Intese n. 324,luglio-settembre 2019 – Da “Il mondo delle erbe” allegato a “Confronti e Intese” n. 336 novembre-dicembre 2021

 

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