Il mondo delle erbe: l’Asparago

L’asparago – Asparagus Officinalis L. – è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Liliaceae. È costituita da un corto rizoma sotterraneo e da radici carnose. Dal rizoma in primavera sorgono i giovani germogli, detti “turioni”, cioè gli asparagi commestibili. I turioni che non vengono raccolti si sviluppano in fusti molto ramificati alti fino a 1,5-2 metri.

Le foglie sono piccolissime e ridotte a delle semplici scaglie; i fiori sono piccoli, quasi trasparenti, penduli e inseriti singolarmente su un peduncolo di colore verdastro e hanno la forma di una campanula; essi compaiono in giugno-luglio. Il frutto è una bacca carnosa rossa che contiene nella sua polpa alcuni semi neri. I nomi locali sono: sparagu, spars, spares, sparasi, viscarna, spalice, sparaciufinu, isparagu. È una pianta spontanea di cui esistono molte varietà, da quelle selvatiche comuni del sottobosco, a quelle coltivate per uso ornamentale e alimentare.

La parte commestibile (turione) è un getto che spunta alla base della pianta. Si semina in vivaio e si trapianta a dimora al secondo o terzo anno; oppure si comprano le piante già pronte in negozi specializzati. Il terreno deve essere sciolto, ben concimato e permeabile, in posizione soleggiata. Al terzo anno si comincia la raccolta facendo attenzione a non togliere più di quattro o cinque turioni per pianta per non indebolirla.

La parola asparago deriva dal termine latino “asparagus” e dal greco “aspharagos” che significa “germoglio”. Questo nome fu evidentemente attribuito in primo luogo perché la parte commestibile è limitata ai germogli; ma probabilmente tale denominazione stava anche a sottintendere che i suoi rizomi costituivano una sorta di “germoglio per eccellenza”, capace di assicurare una salutare rinascita a qualsiasi organismo.

A tale proposito si può notare come la parola turione, che indica la parte tenera e commestibile dell’asparago, derivi da un altro termine latino (turio oppure turgio) che significa appunto “essere turgido”. Per uso medicinale si utilizzano le radici, mentre per uso alimentare i turioni. Le radici si raccolgono in autunno, i turioni in primavera. Le radici si fanno essiccare al sole e si conservano in sacchetti o barattoli di vetro; i turioni si possono conservare surgelati.

L’asparago ha proprietà diuretiche, depurative e dimagranti. I principi attivi sono: aminoacidi, vitamina C, sali organici vari. Fin troppo nota per essere descritta, questa pianta ci offre la deliziosa verdura primaverile e le virtù salutari delle sue radici. Le proprietà dell’asparago sono soprattutto diuretiche; esso è utile per tutti quei disturbi in cui la ritenzione di acqua nell’organismo provoca scompensi.

Le radici dell’asparago giovano ai malati di cuore per eliminare l’acqua che ristagna nei tessuti per mancanza di un vigoroso circolo cardiaco, agli idropici e agli obesi. Le preparazioni a base di asparago sono tuttavia sconsigliabili a chi soffre di infiammazioni renali, uricemia e renella (per il suo alto contenuto di sali di potassio).

Le infusioni di radici, a dosi consigliate, aiutano a curare l’affaticamento della milza; le radici sminuzzate in infusione in acqua calda e filtrate, sono utili per l’artrite reumatoide e contro l’asma. Ma già un uso regolare dei germogli, nelle preparazioni culinarie, esercita una blanda ma sensibile azione diuretica. Le proprietà salutari dell’asparago erano chiaramente già note nell’antichità.

Gli Egiziani coltivavano sicuramente gli asparagi, in quanto essi risultano rappresentati in alcuni bassorilievi rinvenuti nella Valle dei Nilo; ma sappiamo che erano apprezzati anche in Palestina, Mesopotamia e Tracia.

Attraverso i popoli di queste regioni furono conosciuti dal mondo greco ed infine dai Romani. Per quanto riguarda le civiltà più antiche non si ha la certezza che questa pianta fosse apprezzata anche in cucina, di sicuro per i Romani gli asparagi rappresentavano delle vere e proprie leccornie.

Plinio confessa di esserne ghiottissimo e di mangiarli almeno una volta al giorno; Catone invece ci ha lasciato una interessante testimonianza tecnica circa il procedimento di coltivazione e della raccolta dell’asparago.

 

Ciro Luciano

Confronti e Intese n. 311, aprile 2017 – Da “Il mondo delle erbe” allegato a “Confronti e Intese” n. 336 novembre-dicembre 2021

 

 

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