Brian May 70 anni nel sogno dei Queen e non solo

Ci sono molte storie curiose che riguardano Brian May. Ad esempio, esiste un asteroide che porta il suo nome. Ha scritto un libro che raccoglie gli stereogrammi realizzati in Francia nella seconda metà dell’Ottocento. È uno studioso di astrofisica. Ed è, ovviamente, uno dei chitarristi più famosi del mondo. A 70 anni, Brian May può raccontare vicende fantascientifiche, nel vero senso della parola. Aveva iniziato a suonare il pianoforte a cinque anni, nella sua casa londinese a Feltham, distretto di Hounslow, ma la sua vera passione era la chitarra.Laureato con lode in Fisica, voleva ottenere il dottorato di ricerca in Astronomia dell’Infrarosso, progetto poi abbandonato. Per un breve periodo ha insegnato matematica e proprio al college ha incontrato il batterista Roger Taylor, con il quale condivise le prime esperienze di band. Insieme entrarono poi in contatto con Freddie Mercury. “In un certo senso lo prendemmo sulla fiducia, ha ricordato May, non ci sembrava un cantante o un musicista particolarmente bravo, era grezzo ed eccessivo, ma aveva un carisma e una determinazione incredibili, e questo ci piaceva”. Il tempo gli ha dato ampiamente ragione. E il successo indiscusso dei Queen porta anche il suo marchio.

May è un chitarrista di grande spessore, che ha saputo creare un sound riconoscibile, perfettamente compatibile con la strabordante ed esuberante personalità di Mercury. “Freddie era sempre determinato, non lasciava che niente e nessuno ostacolasse i suoi progetti per il futuro, ha raccontato, era uno spirito davvero libero, come pochi altri a questo mondo. Per essere come lui, uno non deve aver paura di nulla, non deve temere di entrare in contrasto con gli altri”.

Nel giorno del suo 70mo compleanno, il chitarrista ha annunciato di aver dato alle stampe un libro inedito sulla storia dei Queen, ricco di fotografie e illustrazioni visibili in 3D attraverso il visore OWL corredato e da lui progettato. In questo libro intitolato semplicemente Queen in 3D, il chitarrista ha voluto ripercorrere i quasi 50 anni di storia della band inglese con gli scatti che lui stesso “rubava” nel dietro le quinte dei concerti e delle registrazioni, essendo un appassionato cultore delle macchine stereoscopiche. Altro che selfie e smartphone sfoderati sul palco: nel libro le foto diventano un vero e proprio racconto personale e a tratti filosofico della carriera dei Queen, tra concerti e backstage. Emerge, con nostalgia e affetto, la figura di Freddie Mercury, indimenticato cantante della band che non amava molto essere ripreso, ma che negli scatti di Brian May gioca inconsapevolmente con la macchina fotografica.

“L’intero processo di scrittura di questo nuovo libro è stato quasi subconscio. Mentre guardavo le foto in 3-D i ricordi si risvegliavano e le storie uscivano di getto” ha detto Brian Mary. E ancora “È l’elemento 3-D che rende tutto così evocativo. Credo che ogni immagine coinvolgerà i lettori più a fondo, come è successo a me, rendendoli partecipi di una scena, condividendo un inedito momento Queen”.

Nicola Massaro