UNI: Collective Bargaining 2008-2018. Waking up from the Financial Crisis

Il tema della contrattazione collettiva e del “risveglio dalla crisi finanziaria” attraversata negli ultimi anni, sono stati al centro del dibattito che si è concluso il 20 febbraio scorso a Torremolinos (Malaga) tra i numerosi delegati dei sindacati europei del Settore della finanza, che aderiscono ad UNI (Union Network International), a cui Unisin ha partecipato.

Al meeting sono intervenuti rappresentanti dell’ILO (International Labour Organization) – l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale ed i diritti umani internazionalmente riconosciuti – ed esperti che hanno messo a fattor comune i propri studi e le proprie esperienze.

Oggetto del dibattito: le trasformazioni avvenute ed in corso nel settore finanziario, a partire da quelle in essere rispetto alla presenza di agenzie e filiali nel territorio, che sono in costante diminuzione; le profonde trasformazioni in essere ed attese per il forte ricorso ai processi di digitalizzazione; gli attacchi costanti da parte delle aziende multinazionali ai diritti dei lavoratori ed alla contrattazione collettiva in genere; la consapevolezza che il livello di sindacalizzazione nei vari Paesi e nelle diverse aziende è strettamente collegato alla maggiore o minore presenza di diritti e di salari adeguati.

La discussione ha toccato anche i temi relativi agli strumenti che sono a disposizione delle organizzazioni sindacali per poter incidere su questa realtà così complessa, a partire dalle opportunità offerte dalla legislazione in relazione ai CAE (Comitato Aziendali Europei), in cui però il diritto di essere consultati effettivamente dalle controparti è di difficile concretizzazione; per continuare con la necessità di organizzarsi a livello internazionale in Alleanze Sindacali (Trade Union Alliance), per veder riconosciuto il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori a livello internazionale ed affrontare insieme i problemi; per affrontare il tema della necessità di operare per avere normative nazionali ed UE più stringenti, per evitare fenomeni di dumping sociale a danno delle lavoratrici e dei lavoratori. Interessante la riflessione con cui si è concluso il meeting.

Quale interesse abbiamo a sostenere candidati alle prossime elezioni europee, che non condividano la necessità di costituire un forte pilastro dei diritti sociali, non favoriscano la creazione di condizioni favorevoli a supporto ed alla implementazione della contrattazione collettiva, utile ad avere il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori per vivere una vita dignitosa? La risposta appare fin troppo semplice.

Aleardo Pelacchi