Groupon: 8 mamme su 10 si sentono in colpa coi figli

In occasione della festa della mamma, Groupon ha condotto un sondaggio sulle proprie utenti avente ad oggetto i sensi di colpa che le donne patiscono nel loro ruolo di madri lavoratrici.

Cosa è emerso? “Certo, la maggior di loro ha la foto del figlio sul desktop, sulla scrivania, sul cellulare, ma neanche da dire, 8 donne su 10 si sentono in colpa rispetto ai propri figli, e in particolare: il 46% risponde che capita di sentirsi in colpa pur cercando di autoconvincersi di essere fin troppo brava, seguito dal 27% che sostiene che lavorando toglie tempo prezioso ai figli e dal 5% che afferma di essere la superstar dei sensi di colpa. Solo 2 mamme su 10 non sono affatto sfiorate dai sensi di colpa… beate loro!”.

Impossibile non identificarsi con le donne che hanno risposto al sondaggio. Il mestiere di mamma è strettamente connesso col senso di colpa e di inadeguatezza. Ci si sente in colpa per mille ragioni: per essere stanche e avere poco tempo da dedicare alla prole, perché si è costrette a lasciarei figli (nei migliori dei casi ai nonni) alle tate, perché non si può sempre partecipare alle loro attività extrascolastiche come le partite di calcio o i saggi di danza. Alzi la mano quella mamma che non è preda di questi sentimenti una volta al giorno…Vorremmo essere lavoratrici perfette che macinano riconoscimenti professionali, sfornare manicaretti degni di Masterchef, avere il tempo di fare la spesa, di stendere il bucato, fare lavatrici, cucinare lasagne, partecipare appuntamenti di lavoro e ai colloqui con le maestre. La verità è che essere una mamma lavoratrice rappresenta una vera e propria sfida perché al giorno d’oggi conciliare famiglia e lavoro richiede un’abilità da acrobata circense specie in un Paese in cui il welfare non è ancora adeguato e dove spesso la strategia a cui le famiglie ricorrono per far fronte a queste problematiche è la rinuncia al lavoro delle donne, che può prendere la forma sia di una rinuncia dopo la maternità sia ad un ricorso al part-time.

Maria Grazia Palmarini