Un focus sulle adolescenti: il problema della malnutrizione

La violenza sulle donne non si perpetra soltanto a livello fisico, o psicologico, essa è una devianza che assume forme e meccanismi disparati, talmente meschina che si annida anche nell’indifferenza verso la salute delle giovani future madri di questo mondo.

Per questo motivo l’Onu ha promosso a livello mondiale delle iniziative che possano studiare e proporre misure integrate e multisettoriali per salvare le adolescenti dalla denutrizione e prevenire il problema delle morti precoci.

Lo scorso 22 ottobre, a Roma, ad esempio, si è aperta la conferenza internazionale Leaving no one behind – making the case for adolescent girls (non lasciare nessuno indietro: un focus sulle adolescenti) organizzata da Ifad, Save the Children e con il supporto del Governo canadese.

Dai lavori sono emersi dati più che rilevanti: nel 2030 ci saranno 129 milioni di bambini con problemi di crescita dovuta alla malnutrizione, il più delle volte causati dalla denutrizione delle loro madri adolescenti. Il ciclo intergenerazionale di malnutrizione dipende da una serie di cause che, per essere risolte, devono essere affrontate in maniera integrata: povertà, norme socio-culturali, educazione, carenza di acqua potabile, accesso ai sistemi di salute pubblica e alle risorse, che rendano le giovani economicamente indipendenti e consapevoli, tutelandole così anche dalla prospettiva di matrimoni precoci.

Nel mondo, ogni anno, sono circa 12 milioni le ragazze che si sposano prematuramente e 16 milioni le adolescenti che diventano madri. Le giovani donne giocano un ruolo essenziale per lo sviluppo economico e umano delle loro famiglie e delle loro comunità, nonostante siano fortemente soggette a fenomeni di esclusione e discriminazione, matrimoni o gravidanze precoci, violenze e abusi di ogni genere oltre ad avere minor accesso ai servizi essenziali.

Le ragazze adolescenti, soprattutto se malnutrite, hanno più probabilità di non sopravvivere al parto e di dare alla luce bambini con deficit nutrizionali, che sono perciò più vulnerabili ed esposti a morte precoce.

Interrompere questo circolo vizioso ed evitare la trasmissione della malnutrizione da una generazione all’altra è, dunque, un obiettivo essenziale, perciò diventa indispensabile investire sulle ragazze, migliorare il loro stato nutrizionale e soprattutto, aiutarle nel processo di empowerment, fornendo loro quelle competenze necessarie per fortificarsi, migliorare l’autostima e riscattarsi socialmente ed economicamente.

Assicurare un’adeguata nutrizione per le ragazze adolescenti richiede approcci integrati e multisettoriali, ma ancora poche sono le buone pratiche in questo ambito e un maggiore impegno da parte della comunità internazionale e dei governi per rendere prioritari gli interventi a favore di questo target di popolazione sono fondamentali. Sostenere le adolescenti è quindi indispensabile per influire positivamente sull’alimentazione delle generazioni future per ridurre del 40% i casi di arresto della crescita entro il 2025 ed eliminare ogni forma di malnutrizione entro il 2030, come previsto dall’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

La conferenza di Roma è stata una piattaforma per molteplici attori volta a focalizzare l’attenzione proprio sugli adolescenti, per identificare azioni concrete e necessarie per raggiungere i target dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2 e contribuire così alla Decade di Azione sulla Nutrizione delle Nazioni Unite (2016-2025) per eliminare la fame e prevenire ogni forma di malnutrizione.

Rossella Marchese