UNISIN: nuovo piano industriale UNICREDIT contiene solo altri tagli e chiusure

Il nuovo piano industriale UniCredit TEAM23 prevede sostanzialmente tagli al personale, chiusura di filiali ed una forte spinta su utilizzo canali remoti ed automatizzazione di procedure e lavorazioni, in continuità, peraltro, con il precedente piano concluso nel 2019 dal quale il Sindacato ha in più occasioni preso le distanze. “Peccato che – rileva il Segretario dell’Organo di Coordinamento UNISIN/CONFSAL del Gruppo UniCredit Flavio Varesano –  mentre UniCredit ha ottenuto tutti gli obiettivi di riduzione costi ipotizzati nel precedente piano industriale, le automatizzazioni promesse a compensazione delle uscite di personale, comunque messe in atto,  siano rimaste un’utopia. Sono ancora tante, troppe le cose che non funzionano a discapito sia del servizio offerto alla clientela che del clima lavorativo interno. Senza un’inversione di rotta sarà  per UniCredit impossibile mantenere fede agli impegni presi in passato e non ancora realizzati e ancora meno  far fronte agli obiettivi futuri. A pagarne le conseguenze, come già avvenuto nel recente passato e più volte denunciato saranno ancora una volta in primis i dipendenti”.

“Sarà quindi una trattativa estremamente complessa – prosegue Varesano – con spazi di confronto veramente marginali. UniCredit deve dimostrare di voler e poter fare business non attraverso la mera contrazione dei costi, la chiusura  di punti vendita e l’abbandono del nostro territorio. Occorre un cambio di rotta strutturale e la Banca deve impegnarsi ad un rilancio serio sul suo principale territorio di riferimento: l’Italia”.

“Il venir meno di quasi 6.000 posti di lavoro – dichiara il Segretario Nazionale UNISIN/CONFSAL di Riferimento Gruppo UniCredit Daniela Foschetti – senza prevedere in TEAM23 un reale ricambio generazionale, non può  essere accettato dal Sindacato. Se è vero che non si può fermare il futuro, che la clientela utilizza sempre più canali remoti e si va verso un nuovo modo di fare banca, un’azienda che guardi al proprio futuro non deve dimenticare il proprio ruolo anche sociale nell’ambito del Paese in cui opera,  dando il proprio contributo per ridurre la piaga della disoccupazione in zone dove le percentuali sono ormai inaccettabili, impegnandosi nell’assunzione e nella formazione di una nuova generazione di bancari e auspichiamo di banchieri.