Covid-19 – Intervengono i sindacati dei bancari e chiedono di sospendere le trattative in atto

Covid-19

Con due distinte note, inoltrate oggi ad Abi e a Federcasse e per conoscenza a tutte le banche associate, i Segretari Generali di Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin, Lando Maria Sileoni – Riccardo Colombani – Giuliano Calcagni – Massimo Masi – Emilio Contrasto sono intervenuti sull’emergenza del Coronavirus in merito ai provvedimenti urgenti adottati oggi dal Governo. In prima istanza i Segretari Generali hanno chiesto di essere informati in merito a quali misure di prevenzione e sicurezza sono state o saranno adottate da tutti i grandi gruppi e aziende bancarie a tutela del personale e della stessa clientela. Al riguardo nella loro nota hanno chiesto che venga al più presto comunicato, per iscritto, come si comporteranno gli istituti di credito nelle zone nelle quali sono previste misure più restrittive previste dal DPCM odierno ed anche nel resto del Paese. Tutto ciò sia per quanto riguarda l’utilizzo di forme alternative di lavoro come lo smart working sia per quanto riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro di tutti i dipendenti. Nella seconda nota tenuto conto delle previsioni del DPCM 8 marzo 2020 finalizzate al contenimento epidemiologico, i Segretari Generali hanno chiesto la sospensione di tutte le trattative sino ad oggi aperte ed il rinvio delle stesse a data successiva al 3 aprile. Inoltre hanno richiesto che venga data pedissequa esecuzione al DPCM in relazione alla mobilità di lavoratrici e lavoratori in entrata e in uscita e all’interno dei territori circoscritti.

I segretari, nel loro scritto, rammentano che la ratio del provvedimento governativo sia la limitazione massima degli spostamenti ad eccezione di necessità familiari indifferibili o comprovate esigenze lavorative che certamente non possono assimilarsi ad attività lavorativa ordinaria.

In conclusione non è mancato un monito “Qualora non dovesse procedersi in ottemperanza del dettato governativo saremo sin da ora pronti a ritenervi corresponsabili di danni alla salute per lavoratrici e lavoratori che per effetto di una vostra interpretazione capziosa e fuorviante dovessero contrarre il Covid-19”. (e.p.)