Emilio Contrasto: occorre subito fare di più per il futuro dei giovani

Emilio Contrasto
Emilio Contrasto - Segretario Generale Unisin

La Giornata Internazionale della Gioventù che si celebra ogni 12 agosto dal 1999, voluta dall’Assemblea Generale dell’ONU che approvò la raccomandazione formulata dalla Conferenza mondiale dei ministri responsabili della gioventù (Lisbona, 8-12 agosto 1998), ci fornisce l’occasione per affrontare un tema particolarmente complesso e delicato: quello dei minori e dei giovani.

L’attenzione a tutto ciò che li riguarda dovrebbe essere nodale nell’agenda dei Governi in ogni parte del mondo. I giovani sono il futuro della società e sin dalla nascita dovrebbero essere posti al centro di ogni azione, intervento, politica sociale ed economica. Diciamo “dovrebbero” perché purtroppo nella realtà riscontriamo continuamente che così non è e spesso, nonostante le belle parole e le enunciazioni di principio, l’attenzione è solo formale.

La crisi economico-finanziaria che imperversa a fasi alterne da tempo, acuita dalla pandemia e dalle guerre che in più parti del mondo si combattono, in un mondo sempre più globalizzato e povero pongono i giovani fra le fasce a rischio e più deboli della popolazione e ciò anche in un Paese economicamente ed industrialmente avanzato come il nostro.

Ai bambini e ai giovani in condizione di disagio spesso non vengono forniti gli strumenti adeguati finalizzati a garantire loro un adeguato futuro: un futuro che consenta loro di vivere in maniera dignitosa e di poter costruire un percorso studio e di vita autonoma e decorosa.

Ne parliamo con Emilio Contrasto, Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL, Organizzazione Sindacale dei settori del credito e della riscossione, da sempre attenta, fra l’altro, alle problematiche dei giovani, alle loro esigenze e al loro inserimento nel mondo del lavoro.

Un tema non facile da trattare per le molteplici implicazioni ma al quale il Segretario non si è sottratto, anzi ha voluto far sentire con questa intervista la voce della sua Organizzazione Sindacale in una giornata così importante…

Sì, non poteva mancare un nostro intervento in un giorno così importante; purtroppo, si tratta di un tema scottante, come lei ha ben evidenziato, e che abbraccia il presente e il futuro della vita dei giovani di tutto il mondo. In Italia, è davanti agli occhi di tutti la difficile situazione che molte, moltissime, famiglie devono affrontare. Nelle mille difficoltà quotidiane, ogni giorno crescenti, dover affrontare il presente e pensare al futuro dei figli diventa ancora più preoccupante e spesso senza facile soluzione in assenza di investimenti da parte dello Stato. Riduzione del potere di acquisto dei salari, contrazione dei posti di lavoro, chiusura di attività commerciali e di imprese, pandemia, nuove malattie, ansia crescente per un’incerta situazione economica da cui non si vede via d’uscita, didattica a distanza, distanziamento sociale hanno acuito e acuiscono differenze e difficoltà già preesistenti a livello sociale, familiare e personale.

Le azioni di supporto messe in atto a livello governativo e istituzionale spesso, anzi troppo spesso, non sono sufficienti o non sono in grado di supportare appieno le fasce più deboli della nostra società…

Purtroppo è proprio così, nonostante l’incremento dei fondi, i bonus, l’ampliamento del numero delle strutture per l’infanzia (asili nido e scuole) presenti sui territori, gli interventi a supporto delle famiglie e dei genitori non sembrano andare nella direzione del necessario e sufficiente supporto a quelle che sono le fasce più deboli della popolazione ma anche a gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori che spesso devono ricorrere all’aiuto della famiglia anche per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro.

La dispersione scolastica e il disagio socio-educativo, oltre a quello economico, mettono a serio rischio il futuro di fasce di giovani che spesso trovano difficoltà di accesso ad interventi di sostegno in grado di far loro superare il gap con altri coetanei.

L’analisi della situazione è molto complessa e peraltro anche diversa da territorio a territorio. Anche in questo caso, il divario tra nord e sud del Paese è, purtroppo, tristemente evidente.

Spesso il gap di cui parlava è acuito dalla mancanza di strutture pubbliche dedicate ai giovanissimi e ai giovani soprattutto in alcune zone del nostro Paese. In questi casi il lavoro portato avanti dal “Terzo Settore” può essere rilevante per intercettare e sostenere situazioni di disagio?

Sì. L’impegno del Terzo Settore è assolutamente funzionale a intervenire sulle situazioni a rischio e non solo e anche la riforma prevista dal Decreto legislativo n. 117/2017 non fa che evidenziarlo già dall’articolo 1) dove vengono evidenziate le finalità  “Al fine di sostenere l’autonoma  iniziativa  dei  cittadini  che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di  coesione  e  protezione sociale,  favorendo  la  partecipazione,  l’inclusione  e  il   pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e  di occupazione lavorativa, in attuazione degli articoli 2, 3, 4, 9, 18 e 118, quarto comma, della Costituzione, il presente Codice provvede al riordino e  alla  revisione  organica  della  disciplina  vigente  in materia di enti del Terzo settore”. Naturalmente l’impegno, a volte formidabile, dei volontari non può sostituire il necessario impegno dello Stato e del Settore pubblico, unici in grado di attuare quegli investimenti strutturali essenziali per sostenere e supportare giovani e giovanissimi.

Ritiene che con un’azione sinergica di tutte le forze presenti sia possibile porre un freno al divario sempre crescente fra le varie regioni del nostro Paese?

Anche qui non è semplice sintetizzare, ma voglio evidenziare quello che, come Organizzazione Sindacale, stiamo ripetendo in ogni occasione ed in ogni sede, e cioè che bisogna operare in sinergia.

Tutte le forze vive ed attive presenti devono impegnarsi per il bene comune. Sono convinto che, anche nell’ottica di massimizzare i risultati economici, fidelizzare al meglio la clientela e ottimizzare le performance per tutti gli stakeholders, gli investimenti sui territori e le politiche di valorizzazione delle varie zone e delle loro potenzialità vadano ripensati ad ogni livello e in ogni azienda. Questo, per quanto ci riguarda, è un punto fondamentale e che da tempo sosteniamo nei Settori ove UNISIN/CONFSAL è presente.

La desertificazione economica che da alcuni anni nel nostro Paese determina la scomparsa di industrie, imprese e centri decisionali in particolare nel Mezzogiorno d’Italia aggrava la condizione di disagio delle persone e quindi dei giovani. Anche quando questi riescono a entrare nel mondo del lavoro troppo spesso sono costretti a trasferirsi in altre regioni o addirittura all’estero. Si tratta di un’emigrazione forzata, ma tristemente indispensabile per poter sopravvivere e lavorare, dal proprio luogo di nascita o residenza abituale per trasferirsi in un’altra regione, quasi sempre lontana da casa, o in una nazione straniera, in quest’ultimo caso causando anche una “fuga” dei migliori cervelli e delle braccia giovani che sarebbero, invece, indispensabili alla crescita del sistema economico del nostro Paese.

Tutto ciò con il rischio appunto, oltre che di una perdita d’identità culturale, di un aggravio di difficoltà per le famiglie di origine che, al naturale disagio per l’allontanamento dei propri cari, spesso devono aggiungere anche il doversi fare carico di supportare economicamente, almeno nella fase iniziale, i propri figli nella nuova realtà in cui vanno a vivere.

Nel settore bancario, in cui UNISIN opera, andrebbe ripensata, anche per contrastare lo sradicamento dal territorio di origine dei neo-assunti, l’organizzazione aziendale, cercando di porre in atto politiche industriali di valorizzazione dei vari territori anziché di concentrazione ed accentramento. Il fenomeno della cosiddetta “desertificazione bancaria” oltre a privare imprese e famiglie del supporto del sistema finanziario, aggrava notevolmente il problema di quale stiamo ragionando.

Come UNISIN/CONFSAL, inoltre, abbiamo da sempre messo in atto azioni contro il precariato, a favore dei giovani e di un salario equo e ci siamo battuti, insieme alle altre Organizzazioni sindacali del Settore, anche per ridurre e poi eliminare una penalizzazione voluta dalle Banche sul salario dei neoassunti.

La prossima e imminente stagione di rinnovo del CCNL fornirà, all’interno delle rivendicazioni complessive che il Sindacato sottoporrà alla controparte ABI, lo spunto per l’elaborazione di ulteriori proposte in favore delle lavoratrici e dei lavoratori in ingresso nelle aziende.

In definitiva ci vorrebbe un forte cambio di passo…

Sì, sarebbe necessario che si ritornasse a pensare più alle Persone, a distribuire ricchezza ai territori attraverso il lavoro, a dar maggiore valore alle eccellenze, fattori tutti che nei decenni passati hanno comunque assicurato ricchezza al nostro Paese e un brand, quello del Made in Italy, ancora oggi rilevante ed appetibile.

Il divario non colmato Nord/Sud non rende giustizia alla nostra plurimillenaria cultura e alla storia di un Paese che ha visto nascere e rendere florida una nazione con l’apporto importante di tutti e di tutte le “parti” coinvolte che hanno contribuito e contribuiscono a farne uno dei Paesi del G8.

Formazione e lavoro sono quindi centrali per il futuro del Paese…

Certo, sono due elementi essenziali per lo sviluppo di qualsiasi società e per il suo progresso e sono centrali nella vita di ogni Persona.

Garantire entrambi è compito di ogni società civile che tale voglia definirsi. Assicurare ai bambini e ai giovani istruzione e formazione adeguati è fondamentale. Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si muove nell’ottica di investire risorse da destinare, fra l’altro, all’acquisizione di nuove competenze, intervenendo – tra l’altro – sull’acquisizione di abilità digitali, comportamentali e conoscenze applicative.

Investire sulle competenze dei bambini e dei giovani è indispensabile. Come UNISIN/CONFSAL lo ripetiamo continuamente e cerchiamo anche di essere concretamente presenti, oltre che con un progetto sull’educazione finanziaria nelle scuole, con iniziative realizzate in collaborazione con Istituzioni Scolastiche già da parecchi anni. Siamo, infatti, convinti che scuola, imprese e sindacati debbano collaborare sempre più strettamente, anche per creare quelle necessarie sinergie tra domanda ed offerta di lavoro.

Per concludere, una domanda legata al mondo finanziario. Quale ruolo dovrebbero avere le Fondazioni di origine bancaria e le Banche per favorire le politiche per i minori e per i giovani e lo sviluppo sostenibile dei territori?

Le Fondazioni attraverso bandi finanziano progetti sia del Terzo Settore sia delle Scuole ed Università oltre che supportano, a seconda delle loro finalità statutarie, le Persone in difficoltà. Un maggiore slancio e un maggiore impegno di risorse da parte delle Istituzioni finanziarie in progetti da attuare nei territori più a disagio del nostro Paese potrebbe contribuire ad alleviare il notevole divario che vede regioni sempre più ricche e regioni sempre più povere. In tal senso, l’abbandono delle regioni più povere certamente non favorisce il rilancio economico dei territori e acuisce la desertificazione sociale ed economica oltre che frenare lo sviluppo complessivo e socialmente sostenibile dell’intero Paese.

E il Sindacato?

Come ho detto rispondendo alle sue domande, UNISIN/CONFSAL è da sempre particolarmente attenta ai giovani, alla loro formazione, alle loro esigenze e alle problematiche legate al loro ingresso e permanenza nel mondo del lavoro. Inoltre, da tempo sosteniamo la necessità di attuare investimenti strutturali nelle regioni più deboli, contrastando la desertificazione sociale, economica e – specificatamente – finanziaria. Siamo sempre in prima fila per rivendicare i necessari diritti che garantiscano alle Persone e in particolare ai giovani di poter vivere con la giusta serenità il loro percorso professionale e di vita personale.

Bianca Desideri

Direttore responsabile Professione Bancario