Il gruppo Alibaba si rafforza con il Made in Italy

Vector illustration of made in italy barcode concept

Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce, arricchisce le sue vetrine del mall virtuale più grande del mondo, più di ebay e più di Amazon, con altri grandi brand italiani, storici e legati alla moda del momento: entrano nella piattaforma anche Armani e lo store virtuale di Chiara Ferragni, una delle fashion-blogger più famose al mondo.
In Cina la Ferragni è una vera e propria star e non a caso starebbe valutando di aprire nel 2018 il suo primo store fisico a Shanghai.
Ad oggi, più di 150 aziende italiane hanno aperto il loro store online su Alibaba: dall’abbigliamento di alta moda al prêt à porter, dal cibo alle automobili, il made in Italy fa proseliti enormi e, dato il successo di alcune categorie merceologiche, la fila delle richieste dei brand italiani per sbarcare su Tmall si allunga.
Le dichiarazioni rilasciate a tal proposito da Rodrigo Cipriani Foresio, manager director di Alibaba per tutto il Sud Europa, sono quanto mai illuminanti della politica d’azienda: “non ci interessa aprire negozi per fare volume, ci interessa aprire quelli che trovano u riscontro in termini di ricavi. In Cina abbiamo 450 milioni di utenti attivi, di cui l’85% hanno meno di 35 anni, per cui tramite il motore di ricerca siamo i più attenti ad assecondare le richieste della nostra clientela”.
Nella relazione al bilancio dell’azienda per il 2017 è stato citato un solo esempio per tutti, quello di un brand italiano, l’Alfa Romeo, che nel tempo record di 33 secondi ha venduto 350 Alfa Giulia Milano senza avere alcun concessionario in Cina.
Numeri impressionanti, decisamente la Cina non è un paese per vecchi. E Alibaba ne è la prova.
Infine, Alibaba non solo porta i marchi italiani in Cina, ma accompagna addirittura i cinesi nello shopping in Italia, attraverso un sistema di pagamento dedicato, Alipay, creatosi nel nostro Paese con un accordo dedicato fatto con Unicredit e che ha permesso di connettere un migliaio di negozi italiani ad un circuito che faciliti i turisti cinesi a fare acquisti senza limiti di spesa.

Rossella Marchese