Bologna dopo la catastrofe

Dopo il drammatico incidente sul raccordo, residenti e commercianti del quartiere Borgo Panigale fanno la conta dei danni, con le scope alzano i vetri infranti, fra vetrate divelte e finestre esplose, mentre sono oltre 220 le famiglie che finora hanno segnalato danni alle case.

Nell’aria c’è ancora l’odore acre delle gomme e delle auto bruciate. Intanto arrivano le prime stime dei danni: si aggirerebbero intorno ai 10 milioni di euro. Solo le due concessionarie hanno danni per tre-cinque milioni di euro. Sono state danneggiate le due scuole vicino al luogo dell’esplosione e la sede del quartiere. L’illuminazione pubblica è ancora spenta, sono saltate le centraline e ci vorrà qualche giorno per ripristinarle. Sui danni, dice il Sindaco Merola, non c’è una stima precisa, ma a farsene carico sarà l’assicurazione della ditta proprietaria del camion. Per raccogliere le segnalazioni c’è un punto di informazione e si sta preparando un modulo unico, mentre il gazebo della Protezione civile, allestito nel luogo dell’esplosione, le segnalazioni dei guasti in casa. Il Comune ha ospitato a proprie spese due famiglie in albergo.

Per quanto riguarda la viabilità, la via Emilia è stata riaperta nella notte e la parte di ponte autostradale crollata è stata demolita, ma il traffico resta stravolto, in particolare con l’esodo vacanziero di Ferragosto e col rientro dalle ferie a settembre. Sono state riaperte da subito una carreggiata della A14 con doppio senso di marcia e la direzione Sud della tangenziale (per chi viene da Casalecchio la deviazione è all’uscita 2).

Il bilancio è di un morto, l’autista dell’autocisterna, è di 145 feriti. Dei 120 pazienti curati dall’Ausl, per lo più a causa delle ustioni provocate dalla vampa di calore che è stata violentissima, 88 erano già stati dimessi ieri e saranno seguiti negli ambulatori per le medicazioni. Diciotto sono ancora ricoverati e altri 14 si trovano in osservazione breve intensiva. All’ospedale Bellaria sono subito entrati in azione i chirurghi plastici per i dieci ustionati in modo più serio, tra i quali in particolare un ragazzo di Belgrado tra pochi giorni diciottenne, un anziano colpito mentre andava in bicicletta. Al Sant’Orsola sono stati assistiti 21 pazienti, 16 già dimessi, al Rizzoli quattro.

La città ha risposto con rapidità e la macchina dei soccorsi è stata davvero efficiente, ma per guarire dalle “ferite” ci vorrà tempo.

Maria Grazia Palmarini