UNISIN: Emilio Contrasto, intercettare e governare il cambiamento

Emilio Contrasto

Contratto e futuro del settore bancario sono due temi molto sentiti dalle Lavoratrici e dai Lavoratori che con una percentuale superiore al 99% hanno approvato la piattaforma elaborata unitariamente dal Sindacato per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Ne parliamo con Emilio Contrasto, Segretario Generale di UNISIN.

Dopo la presentazione e l’approvazione della piattaforma per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro il prossimo passo è quello della trattativa in ABI…
Sì, siamo soddisfatti dei risultati delle assemblee tenute in tutta Italia che hanno visto l’approvazione pressoché unanime.
L’attenzione delle Lavoratrici e dei Lavoratori ai temi ed alle tutele inseriti in piattaforma è stata molto alta e partecipata e ha confortato il lavoro scrupoloso e altamente professionale di tutti coloro che sono stati impegnati nella elaborazione e stesura del testo.
Un testo che può definirsi “rivendicativo” e non più difensivo.
Si tratta di una grande opportunità che il Sindacato ha il dovere di portare avanti con la massima determinazione, nell’interesse di tutti i Soggetti che rappresenta.
Il mondo grazie ai continui successi della tecnologia sta cambiando e il cambiamento è talmente veloce che quasi quotidianamente assistiamo a innovazioni e modifiche dei processi organizzativi e gestionali. Questo accade anche nel settore bancario?
Il mondo del credito non fa eccezione. Ormai la tecnologia ha preso il sopravvento. I processi di digitalizzazione sono avanzatissimi ed il mestiere del bancario oggi è diverso da quello che ciascuno di noi svolgeva al momento dell’assunzione ma anche e forse ancor di più da quello che svolgeva solo pochissimi anni fa.
Tutto ciò ha portato a modifiche organizzative nel settore…
Sì, tenga presente che nel 2008 in Italia esistevano 35.000 filiali bancarie, a distanza di 10 anni si sono ridotte a poco più di 20.000 ed il numero è destinato a ridursi ancora.
Questo porterà ripercussioni dal punto di vista occupazionale?
Sicuramente il numero delle Lavoratrici e dei Lavoratori del settore è destinato a ridursi ulteriormente in relazione alla riduzione delle filiali ed al cambiamento dei modelli organizzativi e gestionali. Tutto ciò non potrà che portare ripercussioni oltre che sul numero degli organici anche in termini di mobilità e riconversione professionale.
Multicanalità e omnicanalità sono destinati a cambiare notevolmente le abitudini della clientela bancaria ma anche le modalità di lavoro dei dipendenti bancari…
Certo, ormai la clientela si sta sempre più orientando verso questi canali che consentono immediatezza, risparmio di tempo, operatività continua, evitano spostamenti e forniscono una serie di servizi a tutto tondo.
Va da sé che anche le modalità di lavoro e di organizzazione e gestione delle risorse umane si sono adeguate a queste nuove operatività.
Corriamo il rischio di veder scomparire il “bancario”?
Qualcuno forse potrebbe pensare una cosa di questo genere ma è esattamente il contrario. Oggi ai Colleghi è, difatti, richiesta una sempre maggiore professionalità, capacità di ascolto e supporto, di consulenza a tutto tondo.
L’innovazione introdotta nel settore bancario ha portato sicuramente allo stravolgimento e alla ridefinizione delle mansioni e delle modalità di svolgimento delle stesse da parte dei bancari ma è anche cambiato il livello di conoscenza della clientela e, conseguentemente, la necessità di quest’ultima di rapportarsi con interlocutori altamente professionalizzati e in grado di rispondere alle varie necessità / bisogni in modo rapido ed efficace.
Una sfida per il Sindacato?
Certamente. Non è possibile frenare od ostacolare il cambiamento ma al tempo stesso vanno tutelati i diritti e gli interessi di tutti i Lavoratori del Settore. Il Sindacato deve intercettare i fenomeni e le innovazioni per poterli affrontare e governare con un ruolo da protagonista e per poter salvaguardare e compensare, negli interessi dei Lavoratori, le conseguenze che questi hanno sul nuovo modo di lavorare, sulle professionalità richieste e sul numero stesso degli addetti.

Bianca Desideri