Desertificazione bancaria, convegno UNISIN/CONFSAL a Gibellina. Emilio Contrasto: “Abbiamo lanciato la sfida e in Sicilia la politica ha risposto”

“Dal confronto di oggi è emersa la possibilità concreta di realizzare sinergie tra il Sindacato e la Politica. Il nostro grido d’allarme, almeno in Sicilia, è stato raccolto da chi è interlocutore privilegiato sul territorio ma anche e, soprattutto, trait d’union con la Politica nazionale. Ringraziamo l’on.le Stefano Pellegrino per la proposta di collaborazione alla stesura di un disegno di legge per la conservazione di presidi bancari sui territori fragili demograficamente o marginali in Sicilia, che potrà, al termine dell’iter di approvazione, costituire un elemento di cambiamento all’attenzione anche della politica nazionale”. Sono parole di soddisfazione quelle che esprime il Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL Emilio Contrasto al termine della tavola rotonda su “Sviluppo dei Territori e desertificazione bancaria”.

L’appuntamento è stato organizzato a Gibellina, in provincia di Trapani, dagli organismi territoriali del sindacato bancari e i dati analizzati hanno evidenziato una problematica ben precisa. “Abbiamo di fronte a noi un Paese a due velocità. Ce lo dicono gli esperti, gli amministratori e i dati che riguardano l’economia e la presenza di sportelli bancari al Sud e nelle Isole maggiori”, ha evidenziato Emilio Contrasto. “È già da molto tempo che segnaliamo con forza come Organizzazione Sindacale, anche unitamente alle altre OO.SS. di Settore, una delle problematiche che affligge in maniera più rilevante Centro, Sud e Isole, rispetto alle regioni del Nord d’Italia, quella della desertificazione bancaria dei territori e oggi abbiamo avuto dimostrazione concreta che si tratta di una preoccupazione condivisa anche dagli amministratori locali e regionali”.

Il problema, ha sottolineato il Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL, “non va assolutamente sottovalutato perché foriero di ulteriori complessità proprio per questi territori che, per la situazione disarmonica in cui si trovano rispetto alle regioni settentrionali, aggiungono un’ulteriore criticità a quelle già esistenti rischiando di compromettere in maniera sostanziale e irrimediabile ogni possibilità di ripresa economica e quindi di futuro soprattutto per le giovani generazioni”.

Un allarme condiviso dai relatori intervenuti: Salvatore Sutera, Sindaco di Gibellina; Domenico Venuti, Sindaco di Salemi; Antonio Li Causi, Segretario UNISIN/CONFSAL Sicilia; Giovanni Speciale, Vice Segretario Regionale CONFSAL Sicilia; Nicolò Catania, Deputato ARS Coordinatore Sindaci Valle del Belice; Calogero Pumilia, Presidente Fondazione Alta Cultura Orestiadi; Leonardo Spera, Sindaco di Contessa Entellina – Vice Presidente ANCI Sicilia; Angela Blando, referente Sicilia ADUSBEF APS; Rosario Di Maria, Presidente Cantine Ermes; Alessandro La Grassa – Presidente del CRESM; Stefano Pellegrino – Deputato ARS, Commissione Affari Istituzionali; Stefano Pellegrino, Deputato ARS – Commissione Affari Istituzionali. Da più parti sono state portate all’attenzione le problematiche maggiormente rilevanti del territorio siciliano e della progressiva, implacabile e inarrestabile scomparsa dei presidi del credito e della finanza, quali la diminuita capacità delle aziende ad avere risposte concrete lì dove operano, la trasformazione di quello che era il tradizionale rapporto di supporto delle banche con territori e imprese, la desertificazione che è, purtroppo, non solo bancaria ma anche sociale, produttiva e demografica con ripercussioni sul futuro di queste zone del Paese. E ancora: la funzione sociale della banca rispetto all’impresa liberista; l’innovazione tecnologica e il digital divide; il ruolo di servizio pubblico espletato dalle banche e quindi la rilevanza giuridica anche in capo ai dipendenti del settore.

Val la pena ricordare fino allo sfinimento  ha sottolineato Contrasto  come i dati forniti dalla Banca d’Italia ci consegnino una situazione particolarmente drammatica che ha visto, nell’arco di dieci anni, cessare l’operatività di ben 10mila sportelli, con conseguente perdita di posti di lavoro, lasciando interi territori privi di ogni presidio finanziario. Nell’arco temporale – ha aggiunto Contrasto – che va dal 2012 al 2022 siamo passati, a livello nazionale, da 32.881 a 20.986 sportelli (il 55 per cento dei quali appartenenti a quelle di maggiore dimensione) con un divario tra Nord e Sud rilevante”.  

“La Sicilia in un solo anno ha perso 24 filiali, come evidenziano i dati Bankitalia al 31.12.2022. Sembrano poche ma così non è in un territorio con difficoltà di collegamenti sia infrastrutturali sia digitali. Si è passati da 1.122 sportelli del 2021 a 1.098 del 2022. La situazione delle presenze nei Comuni è significativa. Ben 311mila persone – ha sottolineato il Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL – sono residenti in comuni senza la presenza di banche, dato che mostra un incremento di ben 24.000 persone che, negli ultimi 12, mesi hanno perso la possibilità di recarsi presso il proprio sportello bancario. 477mila persone sono residenti in comuni in cui è presente 1 solo sportello. Non migliore la situazione che riguarda l’accesso delle imprese agli sportelli. 16mila imprese siciliane hanno la loro sede in comuni desertificati bancariamente con un incremento di 1.100 in più negli ultimi 12 mesi. 25mila imprese in Sicilia hanno sede in comuni con un solo sportello bancario attivo. Il 33% della popolazione siciliana usa l’internet banking, una percentuale più bassa di 15 punti rispetto alla media nazionale pari al 48%. Nel 2021 la percentuale era ancora più bassa, pari al 29% rispetto al 45% del dato nazionale. Il numero degli sportelli per 100mila abitanti è pari a 23, dato che non ha subito variazioni rispetto a quello rassegnato l’anno precedente e significativo della complessità della situazione – ha aggiunto Emilio Contrasto – specialmente se si fa riferimento al dato nazionale relativo al 2022 che ne segnala 36. Oltre un terzo dei Comuni della Sicilia è privo di sportelli, con un incremento di ben 5 comuni negli ultimi 12 mesi. Trapani ha attualmente 98 sportelli bancarie e ne ha perso uno rispetto all’anno scorso”. 

“La mancanza di presidi bancari sul territorio priva imprese e famiglie anche del supporto consulenziale fondamentale – in particolare in un momento complesso come quello che stiamo vivendo dal punto di vista socio-economico – per utilizzare al meglio e in maniera corretta gli strumenti finanziari necessari alla sopravvivenza stessa delle famiglie e delle imprese. In assenza o carenza di intermediari e di centri decisionali sul territorio – ha proseguito Contrasto – il rischio, anzi, la certezza, è che si facciano strada intermediari “illegali” come risulta evidente dall’analisi dei dati drammatici sull’usura nel Sud”.

“E allora cosa fare? In una situazione grave come quella che emerge dagli studi che stiamo conducendo, dagli incontri e dai dibattiti, dalla continua presenza dei nostri dirigenti sindacali sui territori – ha concluso Emilio Contrasto – il nostro compito è sempre più quello di continuare a denunciare la situazione per sensibilizzare la politica, di cui, invece, almeno sino al positivo incontro odierno, abbiamo registrato un assoluto silenzio sul tema, affinché intervenga velocemente e concretamente, perché si può fare. E l’amara conclusione è che la desertificazione bancaria, purtroppo, ha come conseguenza naturale la desertificazione economica che, a sua volta, determina un calo demografico evidente soprattutto nelle giovani generazioni. E i dati ISTAT, relativi a Mezzogiorno e Isole maggiori, non fanno altro che darne una triste conferma. Oggi andiamo via da Gibellina convinti che si apra una nuova stagione e che il lavoro di denuncia e sensibilizzazione che stiamo portando avanti nelle varie regioni del nostro Paese ha iniziato a dare i suoi frutti. UNISIN ha lanciato la sfida e in Sicilia la politica ha risposto”.