Il mondo delle erbe: l’acerola

Tratteremo oggi e in prossimi articoli di varie piante, frutti o bacche, molto ricche di vitamina C. La vitamina C, chimicamente, corrisponde all’acido L-ascorbico. Essa venne isolata nel 1933 da Charles G. King (biochimico americano) e Albert Szent-Gyorgy (ungherese, premio Nobel per la Medicina).

Non essendo sintetizzabile dall’organismo umano, il fabbisogno di vitamina C è assicurato dagli alimenti, soprattutto da frutta e verdura fresca. Il fabbisogno giornaliero di vitamina C è di circa 60/mg, mentre dosi superiori sono richieste durante la gravidanza, l’allattamento e nel decorso di malattie infettive.

Nei fumatori il fabbisogno di vitamina C dovrebbe essere aumentato. In caso di carenza di vitamina C compaiono i primi sintomi di scorbuto (malattia di Moller-Barlow): gengivite con tendenza al sanguinamento, cute secca, affaticamento, fragilità capillare con ecchimosi. In pediatria, lo scorbuto interferisce con lo sviluppo dei denti e delle ossa.

Viceversa la somministrazione di dosi eccessive di vitamina C può favorire la formazione di calcoli renali. In natura troviamo una pianta ricca di vitamina C: l’AcerolaMalpighiaGlabra L., appartenente alla famiglia delle Rosacee. Il genere Malpighia è in onore a Marcello Malpighi, celebre medico del XVII secolo.

Essa cresce spontanea in America centrale e meridionale, nella zona tropicale delle Antille, ma viene coltivata soprattutto in Brasile e in Portorico. Il frutto dell’acerola, per il suo aspetto, è comunemente noto come “ciliegia delle Indie occidentali” o “ciliegia delle Barbados”.

L’acerola è succosa e morbida e, pur somigliando molto alla ciliegia europea, al suo interno presenta degli spicchi come il mandarino, dal sapore leggermente acidulo come quelli di un’arancia e, proprio come un’arancia, l’acerola fornisce un elevato quantitativo di vitamina C.

Più precisamente possiamo dire che, rispetto alle arance, il frutto fresco dell’acerola contiene un quantitativo di vitamina C dalle 30 alle 50 volte superiore. Quindi l’acerola rientra tra le fonti naturali più ricche di vitamina C, con un contenuto di acido ascorbico superiore agli agrumi e ai kiwi. Nei paesi di origine, i frutti vengono consumati freschi e spesso conservati con lo zucchero, ad esempio sotto forma di marmellata.

Sembra che il procedimento termico non distrugga completamente il contenuto di vitamina.

L’acerola è un arbusto o un piccolo albero che può raggiungere anche i 5 m. di altezza. Le foglie sono dapprima rossastre per poi diventare verde scuro. Il frutto dell’acerola è ovale, con dimensioni di 1-2 cm. e, quando giunge a maturazione, assume un colore rosso intenso.

Dato che la concentrazione di vitamina C diminuisce con la maturazione, il frutto viene raccolto ancora verde. Dai frutti si ricava il succo che viene concentrato, essiccato e polverizzato fino ad ottenere un estratto con un altissimo contenuto di vitamina C. Durante il processo di essiccazione del frutto la vitamina C non viene degradata.

L’estratto concentrato contiene fino al 25% di vitamina C. Quest’ultimo viene commercializzato comunemente in Brasile, mentre in Europa questo sta avvenendo solo negli ultimi anni. I frutti dell’acerola contengono anche vitamina B1, B2, B3, B5 e B6, provitamina A e vari sali minerali tra cui ferro, calcio, fosforo, potassio e magnesio (il doppio di magnesio rispetto alle arance).

Per le sue proprietà è utile pertanto contro le fragilità dei vasi capillari e gli ematomi; ha proprietà antiemorragiche; è in-dicata per combattere la stanchezza; ha una attività antivirale e quindi può servire contro l’influenza e i comuni raffreddori.

È fortemente antiossidante e combatte il colesterolo in eccesso. Previene la formazione nell’intestino di nitrosammine (una categoria di sostanze cancerogene).

Inoltre, la vitamina C stimola la formazione dell’acido folico il quale, avendo un effetto antianemico, favorisce l’assorbimento del ferro. In gastronomia l’acerola è ottima per la preparazione e la realizzazione di bevande, frullati, yogurt e gelati, consentendo di personalizzare le preparazioni secondo i propri gusti e la propria fantasia. Infine, la corteccia di acerola, si impiega nella manifattura del cuoio per il contenuto di tannino.

Ciro Luciano

 

 

Confronti e Intese n. 292, maggio-giugno 2014 – Da “Il mondo delle erbe” allegato a “Confronti e Intese” n. 336 novembre-dicembre 2021