Dal 1° luglio Equitalia “chiude”, ma siamo sicuri che cambi davvero qualcosa?

Dal 1° luglio 2017, Equitalia “chiude” e sarà sostituita dal nuovo agente della riscossione, che si chiamerà Agenzia delle Entrate-Riscossione. Nella sostanza, si passa da un soggetto terzo rispetto al fisco e a struttura privatistica (una società di capitali, con soci costituiti dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps) a un ente pubblico facente parte, a pieno titolo, dell’amministrazione finanziaria dello Stato. A differenza di Equitalia, il nuovo agente della riscossione avrà gli stessi poteri di indagine dell’Agenzia delle Entrate con la possibilità di accedere alle banche dati telematiche per individuare redditi e beni dei contribuenti da sottoporre a pignoramento.

Cosa cambia davvero e quali sono i nuovi poteri dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione? Il nuovo Ente erediterà tutti i crediti di Equitalia; sicché chi ha ricevuto una cartella di pagamento resterà ugualmente obbligato a pagarla, sebbene nelle mani del nuovo ente (è possibile che nella prima fase organizzativa alcune cartelle possano cadere in prescrizione).

Le cartelle di pagamento cambieranno l’intestazione, ma costituiranno sempre titolo esecutivo e consentiranno, come già accade il pignoramento del conto corrente senza bisogno dell’udienza davanti al giudice.

In più, potendo accedere alle banche dati, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà verificare: grazie all’anagrafe dei rapporti finanziari, presso quale banca i contribuenti depositano i propri risparmi, in quale conto corrente finiscono gli stipendi e le pensioni, la presenza di  eventuali cassette di sicurezza e quali titoli e obbligazioni sono gestite dall’istituto di credito nel “portafogli” del cliente; tramite l’accesso all’anagrafe tributaria, potrà sapere presso quale azienda lavora il contribuente, quanto guadagna, quali altri redditi percepisce, se ha appartamenti dati in affitto (in modo da pignorare i canoni), se svolge attività di agente di commercio o di procacciatore di affari, quali sono i clienti con cui il professionista ha i rapporti lavorativi (in modo da bloccare eventuali pagamenti), ecc.; tramite l’accesso nel database dell’Inps sui rapporti di lavoro e di impiego potrà avviare, in modo molto più mirato rispetto al passato, il pignoramento di stipendi, salari, Tfr, o altre indennità.

Maria Grazia Palmarini